A un giorno di distanza penso che ormai l’abbiate capito: la notizia di Silvio Berlusconi che dice ‘lo ammetto, ero interista’ era il classico ‘pesce d’aprile’. Ma un ‘pesce’ che forse non era poi così lontano dalla verità. Le leggende metropolitane che parlano di un Berlusconi nerazzurro affondano nella notte dei tempi (alcuni ne avrebbero trovato menzione perfino in alcune tavolette fenicie). Non tanto perché la madre, si dice, lavorasse per Moratti padre. Forse più perché, imprenditorialmente, il Berlusca si era messo sulle tracce dell’Inter ben prima che sulle quelle del Milan.
In diversi ristoranti della Zona Sempione, da sempre meta di giornalisti Rai e di incontri per concludere contratti in zona Fiera, i proprietari dei locali con cui ho avuto occasione di parlare mi hanno raccontato le loro antiche testimonianze, con Berlusconi a intrattenersi in tavolate con l’intera nomenklatura nerazzurra. Cosa poi non sia andato non si sa. Certo che è lecito chiedersi a che cosa avremmo assistito: a un’Inter governata da un presidente milanista? Oppure stiamo assistendo ora a un Milan governato da un presidente interista? O forse invece la realtà sta nel mezzo. Il Berlusca ormai lo si conosce. Lui punta al massimo, sempre. E così, dopo averlo sentito dichiararsi ‘lampedusano’ e proprietario di una villa che, fra l’altro, pare ancora non si sia, o forse mai sarà, sua, non dovremmo davvero stupirci di averlo sentito sbandierare la ‘fede’ che gli pareva più ‘vincente’ al momento. Ecco perché il mio post, in fin dei conti, tanto ‘pesce’ poi non lo era…
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