Il Milan supera l’Atalanta con tre gol di Inzaghi e allora il tifoso rossonero è felice, applaude, ritrova la sua squadra… no, non più. Questo è un vecchio film. Forse poteva appartenere alla stagione scorsa, è già sarebbe stato vecchio, come la gran parte della formazione del Milan, unica in Italia a poter vantare 10 titolari assenti tra infortuni e squalifiche, datata come il giocatore eccezionale che con l’ennesima sua gran giornata pescata nei muscoli di un 35.enne ha tenuto in piedi la squadra rossonera, sempre in corsa per l’’obiettivo’ del terzo posto in classifica che vale la Champions League.
Ma tutto questo vale soltanto per non sfaldare la baracca, perché non si può ogni volta sostenere la ‘riduzione dell’obiettivo’ per mantenere vivo quest’ultimo, un po’ come fece il governo anni fa con il vino all’etanolo, quando abbassando i criteri di validità della bevanda alcolica vennero fatti rientrare la maggior parte dei vini che non avrebbero passato il controllo. Insomma, non basta avvicinare il traguardo per arrivare primi. La stagione del Milan rimane ampiamente fallimentare, perché ormai è troppo tardi, con o senza Kakà, con o senza Ronaldinho, per garantirne uno sbocco positivo.
Si può al limite evitare che l’annata, da trionfale che sarebbe dovuta essere, assuma toni drammatici di sbaracco. E ieri, in questo senso, è stato un passo importante, anche se l’Atalanta priva di giocatori come Doni e Floccari ha rischiato di arrivare al pareggio in più di un’occasione. E allora ancora una volta grazie ad Abbiati che fa pure tripletta, ma di parate, fermando i tentativi orobici di realizzare il gol dell’’X’, e poi chissà, perché ormai è ben noto il panico in cui crolli il gruppo di Ancelotti quando viene messo all’angolo.
7’, 70’ e 73’: questi i minuti delle tre zampate feline di SuperPippo, gol da antologia nel suo stile, in una giornata che promuove ancora una volta Beckham, della cui permanenza tutti i tifosi rossoneri (a proposito, pesante la contestazione della curva, giustificatissima, ma anche tardiva) dovrebbero ampiamente felicitarsi. Difesa invece ancora in vacanza, sebbene riesca a non prendere gol per merito di Abbiati: Bonera, Senderos e Maldini non stanno e non vanno bene. Male anche Pirlo e Pato. Alla fine il Milan vince per merito del lampo di un fuoriclasse (anzi tre), perché il gruppo è ancora lontanissimo dall’essere tornato squadra e, soprattutto, gruppo compatto e decente. Il risultato sorride talmente ai rossoneri che Ancelotti si impietosisce e concede un quarto d’ora di gloria al troppo bistrattato Shevchenko e pochi secondi al giovane Viudez, di cui ancora non si conoscono i motivi della permanenza a Milanello.
Il riassunto finale della giornata: ancora una volta un 35.enne ha salvato il Milan. Quanto a lungo potrà continuare questa storia?