Scandalo a Milano: la banca accusata di aver erogato fondi a società legate alla criminalità organizzata
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Banca Progetto sotto amministrazione giudiziaria: un caso di finanziamenti illeciti
La recente decisione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano di adottare un provvedimento di amministrazione giudiziaria nei confronti della Banca Progetto ha sollevato un polverone mediatico e giuridico. Questo intervento è il risultato di indagini approfondite condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e dal pubblico ministero Paolo Storari, che hanno rivelato un quadro allarmante di finanziamenti erogati a società collegate alla ‘ndrangheta.
Finanziamenti illeciti e fondi pubblici
Le indagini hanno messo in luce che la Banca Progetto ha erogato finanziamenti per un importo complessivo superiore ai 10 milioni di euro, utilizzando un fondo destinato alle piccole e medie imprese. Questo fondo era concepito per sostenere l’economia durante emergenze come quella del Covid-19 e come risposta all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Tuttavia, l’uso di questi fondi pubblici ha sollevato interrogativi sulla loro gestione e sull’effettiva destinazione.
Violazioni delle norme antiriciclaggio
Secondo quanto riportato dal procuratore di Milano, Marcello Viola, l’esame dei fascicoli bancari ha evidenziato come la Banca Progetto abbia spesso violato le norme antiriciclaggio. I finanziamenti garantiti dallo Stato sono stati concessi a società chiaramente coinvolte in attività criminali, alcune delle quali sono accusate di trasferimento fraudolento di valori. In alcuni casi, il reato è stato aggravato dall’uso del metodo mafioso, facilitando l’operato della locale di ‘ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo.
Le conseguenze per il sistema bancario
La procura ha confermato che diverse società, gestite indirettamente da persone vicine a membri della ‘ndrangheta, hanno usufruito nel tempo di questi finanziamenti emessi dalla Banca Progetto. Questi fondi, assistiti dalle garanzie statali fornite dal Fondo Centrale di Garanzia del Mediocredito Centrale, hanno permesso a queste imprese di accedere a risorse economiche pubbliche destinate al sostegno durante l’emergenza Covid-19 e in seguito ai conflitti internazionali. Tale situazione solleva interrogativi cruciali sulla gestione dei fondi statali e sulla necessità di garantire che gli aiuti economici raggiungano destinazioni lecite, evitando di contribuire al rafforzamento di reti criminali.