Si avvicinano le elezioni del 25 settembre: sul retro o sulla fiancata di autobus, tram e taxi spuntano i volti dei leader.
Da Giorgia Meloni a Enrico Letta, da Matteo Salvini a Giuseppe Conte.
Dopo una campagna elettorale fatta di manifesti fissi si passa a quelli mobili. Da Igp Decaux, l’agenzia che gestisce le affissioni sugli autobus, chiariscono: “A Milano sono arrivate molte richieste da tutti i partiti soprattutto nell’ultima settimana, diversamente da altre città, come Roma ad esempio, dove si è partiti prima”.
Ma quanto costano i manifesti? Un pacchetto da 70 manifesti da appiccicare sul retro dell’autobus per 21 giorni si paga poco meno di 130 mila euro. Per quanto riguarda i taxi, invece, un’inserzione su due portiere della durata di 15 giorni costa intorno ai 250 euro a macchina.
Pietro Raffa, amministratore delegato di MR & Associati, spiega: “Lo scopo dei manifesti elettorali, è fissare la memoria sul candidato. La sensazione è che in una campagna come questa, in cui mancano proposte davvero forti da parte dei partiti, si supplisca personalizzando e mostrando i volti dei leader“.
Secondo Alessandro Amadori, politologo e sondaggista, professore all’università Cattolica, la comunicazione politica è omnicanale: “nell’era del digitale il manifesto resta centrale, perché soprattutto a poche settimane dalle urne serve a orientare il voto “situazionale“, cioè quello di un elettore che decide su chi puntare in base al momento contingente”.
Nei prossimi giorni verranno riempiti gli spazi di affissione del Comune.
Amadori prevede che non verranno riempiti tutti gli spazi. Alessandro Capelli, vicesegretario del Pd metropolitano e coordinatore della campagna elettorale per i Democratici, afferma: “Ora inizia la fase in cui alla comunicazione digitale affianchiamo il porta a porta e tutta la comunicazione fatta di persona“. Nei 1.500 banchetti che appariranno in città verrà utilizzato il vecchio materiale cartaceo: quello che conta, adesso, è farsi riconoscere dalle persone.
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