A Piazza Pulita, in onda su La7, Beppe Sala si definisce "un antifascista militante", che alla sua Milano ricorda "quello in cui crede".
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Ospite nel salotto di Piazza Pulita, programma in onda su La 7, Beppe Sala, sindaco di Milano, ha parlato del tema dell’immigrazione e si è detto “antifascista militante”.
Beppe Sala, un “antifascista militante”
È stato chiesto al sindaco di Milano che appello vuole fare alle forze politiche italiane, anche di destra, per trovare un terreno comune. A tal proposito ha dichiarato: “C’è ancora molto lavoro da fare. Mi sento un antifascista militante”. Questo significa che “non perdo occasione a Milano per dimostrare quello in cui credo”. Ma ha precisato: “Non è questione di manifestare: bisogna fare cose semplici che segnano un tratto. Ho fatto passare tra i primi atti del mio mandato una delibera che impone a chi voglia usare uno spazio pubblico della città di firmare una dichiarazione di impegno a rispettare la Costituzione, che è italiana, repubblicana e antifascista”. Quindi aggiunge: “Chi non lo fa si accomodi in altri spazi”.
Sulla strage avvenuta ad Hanau, intervistato a Piazza Pulita, ha commentato: “Si sta vivendo un periodo complesso. Cose che oggi vediamo in Paesi stranieri potranno accadere anche in Italia? Il tema dell’immigrazione e delle periferie va gestito. Noi vediamo i problemi delle nostre città e non saperli gestire può portare a simili problemi”. Sul nazismo dei nostri giorni ha detto: “A chi vorrebbe sottovalutare il problema e non parlare più antifascismo io dico: non è possibile”. A Milano, ha ricordato, c’è “il 20% di immigrati, l’Italia il 9%”. Eppure, ha tenuto a sottolineare, “Milano funziona più dell’Italia”. E ancora: “Non è buonismo, è intelligenza. L’immigrazione va gestita, ma è anche un bene, soprattutto alla luce del basso grado di natalità del nostro Paese”.