Come già annunciato da rumors dell’ultim’ora alla fine Cl e Lega l’hanno spuntata: dopo quasi due settimane di duri scontri politici sono state assegnate le ambite poltrone dei manager della sanità lombarda.
Riporta Repubblica che la Lega ha conquistato 19 posti, mentre al Pdl sono andati gli altri 26.
Roberto Formigoni ha commentato:
“Tempi rispettati, come promesso. Siamo soddisfatti del lavoro fatto. Abbiamo scelto i migliori, in base a criteri meritocratici, non siamo mica autolesionisti”
I direttori generali resteranno in carica cinque anni. Dopo i primi 18 mesi e dopo i primi tre anni ci saranno due verifiche e “chi non raggiunge gli obiettivi va a casa”.
Gran parte dei nomi indicati dall’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, sono stati scelti. Ecco il suo commento:
“Le nomine sono frutto di scelte condivise. Questa è una applicazione di un federalismo sanitario fortissimo. Abbiamo scelto una grande squadra con un lavoro fatto in sintonia”
Contrarissimi alle nomine ovviamente Pd, Idv e SeL.
Luca Gaffuri (Pd) ha dichiarato:
“Ha prevalso la spartizione delle poltrone, è andato in scena un teatrino prevedibile e per noi inaccettabile”
Gabriele Sola (Idv) ha denunciato che:
“Le lobby lombarde di ciellini, pidiellini laici, exaennini, leghisti brescianiani, leghisti di rito giorgettiano si sono accapigliate fin quasi alla mezzanotte della vigilia per spartirsi la megatorta della sanità […] L’appetito padano appare ormai è pari all’ingordigia pidiellina”
Anche Chiara Cremonesi (SeL) ha espresso le sue perplessità:
“La scontata rassicurazione di Formigoni sull’uso di un metodo meritocratico non toglie che, ancora una volta, le nomine si siano tradotte in una spartizione di posti”
(fonte immagine)
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