Nel mese di agosto, su quotidiani e blog, la politica viene sapientemente adombrata da argomenti più leggeri, estivi, da divorare sotto l'ombrellone tra una chiacchiera e l'altra.
Tuttavia, ci sono estati che riservano news politiche che è impossibile tacere e una di queste riguarda la loggia P3, la "cricca" che – come avevamo anticipato riportando un articolo di Repubblica -, tra il dicembre 2009 e marzo 2010, si sarebbe adoperata per risolvere la questione dell'esclusione della lista Per la Lombardia.
Roberto Formigoni avrebbe chiesto al gruppo occulto, tramite l'imprenditore Arcangelo Martino, uno dei soggetti arrestati la scorsa settimana su richiesta della procura di Roma nell'ambito di un procedimento stralcio dall'indagine sugli appalti dell'eolico, di esercitare pressioni sul presidente della Corte d'appello milanese, Alfonso Marra.
Su questa vicenda, Roberto Formigoni, è stato interrogato – informa Repubblica – dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli che indagano sull'inchiesta della P3.
Il governatore della Lombardia ammette di aver esercitato pressioni, definendole peraltro "legittime", per risolvere una questione di estrema difficoltà, in cui lui rivestiva il ruolo della "vittima":
"Ero vittima di un'ingiustizia. La situazione era molto grave e io non sapevo cosa fare. Per disperazione, mi sono rivolto a tutti. Ho bussato a molte porte. Ho dato mandato ai miei avvocati, ai legali della Regione, ho chiesto consigli a chiunque per cercare di salvare la mia corsa elettorale. Tra le persone che ho chiamato c'era anche Arcangelo Martino".
Formigoni, però, giura di non essere mai stato a conoscenza del "passaggio di consegne" che avrebbe attivato con la sua richiesta di aiuto, ossia da Martino al sottosegretario Giacomo Caliendo passando per Pasquale Lombardi.
Il governatore ha dichiarato, inoltre, di essere legato a Martino da una lunga amicizia nata tra le fila della politica ma di non sapere che l'uomo era principalmente un imprenditore con forti interessi nella sanità pubblica e privata, i cui appalti, come ben sappiamo, vengono gestiti dalle Regioni.
Il racconto di Formigoni è al vaglio degli inquirenti che ne stanno valutando la veridicità.
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