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In Porta Garibaldi spunta una statua di Gianluca Vacchi: le motivazioni

La statua a grandezza naturale è una strategia di marketing per lanciare il documentario sulla vita dell'imprenditore

Perché è apparsa una statua di Gianluca Vacchi a Milano?

In piazza 25 Aprile, a Milano, è spuntata una statua a grandezza naturale dedicata a Gianluca Vacchi. La motivazione? È una strategia di marketing.

Statua Giancluca Vacchi: “Non hai nulla da insegnare”

Nella giornata di giovedì 26 maggio Prime video(piattaforma di intrattenimento della società Amazon) ha pubblicato un documentario dedicato all’imprenditore e influencer.

I suoi tatuaggi, però, sono stati sostituiti con i commenti più ricorrenti che il pubblico condivide sui social media. Ad esempio: “Non hai nulla da insegnare”, “Sei un ricco annoiato”, “Egocentrico”, “Pagliaccio”, “Re del trash”, “Cafone”.

Statua Giancluca Vacchi: il documentario per scoprire chi è davvero

Ma qual è davvero la sua storia? Prime Video invita le persone, piene di pregiudizi, a guardare la nuova serie –disponibile in oltre 240 Paesi e territori nel mondo– al fine di conoscere chi è veramente Gianluca Vacchi.

Il documentario “Mucho Más” svela agli spettatori un Vacchi mai visto prima, che mostra senza filtri l’uomo che si cela dietro il celebre personaggio. L’imprenditore rivelerà aspetti importanti della sua vita e della sua infanzia, raccontando anche il profondo legame con la madre, il rapporto con gli amici e soprattutto quello con la sua compagna, la modella Sharon Fonseca, che gli ha fatto il più grande regalo della sua vita: diventare padre della piccola Blu Jerusalema.

Il “monumento” verrà rimosso nella giornata di venerdì 27 maggio.

Statua Giancluca Vacchi: la denuncia della ex colf

Nel frattempo, la sua ex colf filippina gli ha fatto causa. La domestica descrive gli anni di lavoro presso casa Vacchi un vero e proprio incubo e ora vuole che le vengano riconosciuti 70 mila euro, tra straordinari e tfr non pagati. La signora afferma di aver lavorato anche fino a venti ore senza interruzione. Sfruttamento e vessazioni, però, non sono contemplati in nessun contratto di lavoro.

Come si concluderà la vicenda? Sarà il tribunale ad occuparsene: solo a novembre si scoprirà se le doglianze dell’ex colf verranno accolte o meno.

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