Tra Milano e Atlanta, il racconto della vita e della carriera di Hadinnet Yohannes nell'intervista a Notizie.it | Milano.
Hadinett Yohannes ha raccontato la sua storia e il suo rapporto con Milano nell’intervista per la rubrica Bella Milano: “Vivo ad Atlanta ma Milano mi manca sempre. È la mia casa”.
Intervista a Hadinnet Yohannes
Te sei di Milano, zona Corvetto, finita l’università hai lavorato nel fashion poi ad un certo punto prima che iniziasse la crisi se andata negli USA , ad Atlanta. Poi sei rimasta lì, come mai hai deciso di rimanere lì; perché e come è stato il cambiamento?
Mi sono trasferita un po’ per voglia di cambiamento e un po’ per curiosità. Spinta ed ispirata anche dallo spirito imprenditoriale della mia famiglia qui ad Atlanta (la sorella di mia madre ha sposato un afro americano e vive negli USA da 50 anni).
Ho lavorato nella moda anche qui, più a New York, stagionalmente, rimanendo sempre fissa ad Atlanta, dove nel frattempo ho aperto la mia società HYohannes Enterprises. Ho collaborato con una scuola di lingue, facendo consulenza, traduzioni, interpretariato e istruzione della lingua italiana.
Di cosa ti occupi ad Atlanta?
Dopo aver avuto le mie gemelline nel 2015, ho smesso di viaggiare (per la moda) e mi sono concentrata nella mia attività.
Ora insegno solo l’italiano, sono traduttrice, interprete e organizzo classi di cucina con chef Italiani. Da due anni mi occupo anche di “travel design” per i turisti americani che vogliono venire in italia. Insomma tutto legato all’Italia.
Amo il mio lavoro, mi tiene legata al mio paese e mi permette di incontrare persone interessanti..
Che grosse differenze hai trovato tra Atlanta e Milano?
Differenze tra Milano e Atlanta?
Wow due mondi completamente diversi. È la tipica città americana ma per fortuna è cambiata negli ultimi anni, diventando più internazionale. Ad ogni modo qui è più facile aprire una propria attività e creare qualcosa di magnifico dal nulla. Ma il costo della vita è più alto e di conseguenza anche i rischi..
A livello sociale, la più grande differenza, direi, è che la popolazione nera è molto presente, sia nell’ambito politico che giuridico, economico e lavorativo. Per esempio il sindaco è nero, come molti consiglieri, politici, giudici.. avvocati, dottori etc..Ci sono le più importanti università nere degli Stati Uniti… Insomma la cultura Afro-americana è molto presente e influenza il resto degli Stati Uniti. Per me, che sono di origine Eritrea, è molto importante e incoraggiante.
Nonostante ciò. Il razzismo, come abbiamo tutti ben visto, è ancora molto presente, e come dici tu, endemico e sistemico. C’è ancora tanto lavoro da fare. La situazione in questo momento è alquanto pericolosa e scoraggiante. Odio e confusione, mischiati all’incertezza causata dal Covid sta mettendo in ginocchio molte comunità.
Il razzismo qui viene insegnato fin da piccoli è assurdo..in Italia penso sia più una forma di ignoranza e paura di staccarsi dal passato..è difficile individuare delle differenze nette di questi tempi.
Il razzismo è dappertutto ed è finalmente arrivato il momento di creare un movimento globale.
Io, per fortuna, non ho mai avuto problemi.. anzi.. ma conosco molte persone che invece ne hanno sofferto molto e ne soffrono ancora, subendo “micro aggressioni” quotidianamente. È un problema grande anche in italia!
Basti bastare al fatto che tuttora, non ci siano abbastanza persone di colore nella moda, o altri settori importanti..
Oppure con che facilità il Ministro degli Affari Esteri si sia permesso di mettere la “black face” su Instagram, senza riflettere sulle possibile reazioni e conseguenze.. ed altri mille esempi.
Ogni tanto torni a Milano , quando torni la trovi cambiata? Ti manca?
Milano mi manca sempre, è la mia “casa”, la mia città. I miei genitori e mio fratello vivono ancora lì. Ho mantenuto i contatti con molti amici e ogni volta che vengo (cerco una volta all’anno perlomeno) noto dei grandissimi cambiamenti. Ma lo spirito di fondo, quello non cambia mai.
Vorrei tornare più spesso e lo farò, soprattutto per i progetti con il travel design.
Leggi anche la precedente intervista della rubrica Bella Milano