Indipendenti e autori affermati che riflettono sull'eredità di Ozu e Kurosawa, autori di genere e di anime. Tanti universi paralleli e di cui lo spettatore italiano spesso conosce solo gli epigoni. Il cinema giapponese fa ancora paura, almeno ai distributori, che a torto lo considerano "difficile". Attraverso giornate a tema si dimostra che in questo cinema c’è ancora tanto da scoprire.
In programma, l'ultimo Takeshi Kitano con due film della "trilogia del suicidio creativo" Takeshis’ e Kantoku – Banzai!, di cui è regista, e Battle Royale, di Kinji Fukasaku, di cui è interprete. Cinema provocatorio, dadaista, pieno di sberleffi e di comicità demenziale: parodia del proprio cinema e del proprio personaggio.
In rassegna anche gli eredi del cinema “classico” giapponese, come Hirokazu Kore-eda e Nobuhiro Suwa, che ripropongono film sulla famiglia giapponese tradizionale, sul rapporto genitori-figli, girati con macchina da presa fissa e inquadrature in profondità di campo, uno stile riconducibile all’ultimo Ozu. Di Koji Wakamatsu, il Godard giapponese degli anni Settanta, si vedrà il recentissimo United Red Army, film documentario che si trasforma in fiction e smonta con tono amaro il fallimento e il delirio dell’Armata Rossa, il terrorismo giapponese.
Questo e molto altro dal 13 al 18 ottobre al Cinema Gnomo, scoprite tutto su Attentialcine.