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La precarietà degli addetti all’Ufficio del Processo in Italia: Cause e Soluzioni

Dodicimila professionisti dell'Ufficio del Processo potrebbero perdere il lavoro nel 2026. Una manifestazione a Milano chiede urgentemente risposte e stabilità per il futuro occupazionale.

Negli ultimi anni, il sistema giudiziario italiano ha vissuto un significativo cambiamento grazie all’introduzione di figure professionali specializzate. Tra queste, i dodicimila addetti dell’Ufficio del Processo si sono rivelati fondamentali per snellire le procedure legali e migliorare l’efficienza dei tribunali. Tuttavia, la loro condizione lavorativa è attualmente messa in discussione, con contratti a tempo determinato che scadranno nel giugno 2026.

In un contesto economico e sociale già difficile, la precarietà lavorativa di queste figure professionali rappresenta una seria preoccupazione. Solo un quarto di loro ha la certezza di continuare a lavorare, mentre per oltre novemila addetti il futuro è avvolto nell’incertezza.

Una voce che si alza per il futuro

Recentemente, circa cinquanta addetti si sono radunati davanti al tribunale di Milano, portando con sé cartelli e bandiere per esprimere la loro richiesta di stabilità. Questa iniziativa è stata sostenuta dai rappresentanti della Cgil e ha visto manifestazioni simili in diverse città italiane, da Roma a Napoli. La loro richiesta è chiara: vogliono un impegno concreto da parte della politica per garantire il loro futuro lavorativo.

Il ruolo cruciale degli addetti

I sindacati denunciano la situazione come una vera e propria beffa, considerando quanto siano diventati indispensabili questi lavoratori all’interno del sistema giudiziario. Senza la loro presenza, magistrati e dipendenti avvertono che i processi potrebbero tornare a subire ritardi significativi, vanificando gli sforzi fatti fino ad ora per velocizzare le pratiche legali.

Questi addetti hanno operato per tre anni, contribuendo a smaltire migliaia di fascicoli arretrati e avviando la digitalizzazione degli archivi. La loro esperienza e il loro impegno hanno reso possibile un miglioramento tangibile nel funzionamento delle aule di giustizia, eppure ora rischiano di essere dimenticati.

Le sfide legali di una ministra

La situazione lavorativa di questi addetti si sviluppa in parallelo a eventi di grande rilevanza politica. A Milano, si è svolta una nuova udienza del processo Visibilia, che coinvolge la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, e altre tredici persone. Le accuse riguardano presunte false comunicazioni sociali nei bilanci delle aziende del gruppo editoriale da lei fondato.

Un processo che si complica

Il procedimento giudiziario, che era rimasto in sospeso per due mesi, ha ripreso l’iter con la richiesta della procura di ascoltare tutti gli imputati, inclusa la ministra. La magistratura ha deciso di escludere le comunicazioni email e i messaggi che riguardano Santanchè, in conformità con una recente sentenza della Corte Costituzionale che richiede un’autorizzazione parlamentare per accedere a tali informazioni.

Il tribunale ha anche accolto le richieste delle parti civili, che includono piccoli azionisti preoccupati per la regolarità dei conti. Un fitto calendario di udienze è stato stabilito, con sedici date già fissate fino a maggio 2026. La prossima udienza è prevista per il 21 ottobre, mentre l’interrogatorio della ministra riguardo a un’altra accusa di truffa ai danni dell’INPS è programmato per il 17 ottobre.

Il futuro di San Siro e altre questioni locali

Oltre alle questioni legate all’ufficio del processo e alla situazione giudiziaria della ministra, Milano è al centro di un’altra importante questione: la vendita dello stadio di San Siro. Il sindaco Beppe Sala ha confermato un accordo con i club calcistici Inter e Milan per la vendita dell’impianto e delle aree circostanti a un prezzo di 197 milioni di euro, stimato dall’Agenzia delle entrate.

Un progetto ambizioso per il futuro

Il piano prevede la demolizione e la ricostruzione di un nuovo stadio, con una partecipazione finanziaria da parte del Comune di Milano. Questa operazione mira a fornire una struttura moderna e all’avanguardia entro il 2031, in tempo per ospitare gli Europei di calcio del 2032. La scadenza per l’approvazione della delibera è fissata entro la fine di settembre, ma c’è incertezza su come reagirà la maggioranza consiliare.

In un contesto economico e sociale già difficile, la precarietà lavorativa di queste figure professionali rappresenta una seria preoccupazione. Solo un quarto di loro ha la certezza di continuare a lavorare, mentre per oltre novemila addetti il futuro è avvolto nell’incertezza.0

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