I sindaci lombardi si oppongono a un impianto fotovoltaico che potrebbe occupare 140 ettari di suolo agricolo.

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Un acceso dibattito si è acceso attorno al progetto di un impianto fotovoltaico che minaccia di occupare oltre 140 ettari di suolo agricolo in Lombardia. I sindaci e le comunità locali non ci stanno e chiedono a gran voce di salvaguardare l’ambiente e l’identità del loro territorio.
Il meeting con l’assessore regionale
Ieri, presso la segreteria dell’assessore al Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Gianluca Comazzi, si è tenuto un incontro cruciale. Presenti i sindaci Dario Tunesi (Santo Stefano Ticino), Fausto Coatti (Marcallo con Casone) e Giovanni Venegoni (Ossona), insieme a dirigenti dell’assessorato al Territorio e un rappresentante dell’assessorato regionale all’Ambiente. Un faccia a faccia che ha messo in chiaro le preoccupazioni delle comunità locali.
Un progetto controverso
Il progetto in discussione è di competenza nazionale, il che significa che la Regione non può intervenire nel procedimento autorizzativo, che spetta al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Tuttavia, gli assessorati regionali stanno preparando osservazioni dettagliate da inviare al Ministero, per evidenziare le criticità sollevate dai sindaci. E la questione è di non poco conto: si stima che l’area interessata rappresenti il 50% delle terre coltivate nei comuni coinvolti. Una vera e propria minaccia per l’agricoltura locale!
Le voci dei sindaci
Le parole dei sindaci sono forti e chiare. “La transizione energetica è fondamentale”, ha dichiarato Comazzi, “ma non possiamo compromettere l’identità dei territori e la loro vocazione produttiva”. L’assessore ha anche evidenziato la necessità di un dialogo aperto con il ministro Pichetto Fratin, per affrontare questa questione delicata e strategica. “Dobbiamo considerare ogni aspetto”, ha aggiunto, “perché lo sviluppo delle rinnovabili non può essere imposto dall’alto”.
Preoccupazioni crescenti
I cittadini esprimono timori. La salvaguardia del paesaggio e dell’identità rurale è a rischio. E la domanda sorge spontanea: come si può conciliare la necessità di energia rinnovabile con la tutela del territorio? Le comunità locali chiedono risposte e soluzioni che rispettino le loro peculiarità.
Un futuro incerto
Il futuro di questo progetto è avvolto nell’incertezza. La sentenza finale spetterà al Ministero, ma i segnali di allerta sono chiari. Le amministrazioni locali non intendono mollare la presa e continueranno a farsi sentire. In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro del dibattito, l’equilibrio tra sviluppo energetico e tutela dell’ambiente è più che mai una priorità. La battaglia è solo all’inizio, e gli occhi sono puntati su ciò che accadrà nei prossimi giorni. Rimaniamo sintonizzati.