Sequestrati beni di lusso e appartamenti a Milano dopo indagini della guardia di finanza.

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Un sistema di frode ben congegnato
Tre imprenditori cinesi, attivi nel distretto dell’alta moda tra Bologna e Firenze, sono stati coinvolti in un’inchiesta della guardia di finanza che ha portato al sequestro di beni di lusso e appartamenti a Milano. Questi imprenditori, utilizzando prestanome e professionisti locali, gestivano sette aziende attraverso un meccanismo di partite IVA “apri e chiudi”, aprendo società per brevi periodi e non adempiendo agli obblighi fiscali. Questo sistema ha permesso loro di eludere le normative fiscali e di riciclare denaro in modo sistematico.
Le modalità di evasione fiscale
Nel corso degli anni, gli imprenditori hanno accumulato un profitto illecito di circa 14 milioni di euro, realizzando capi d’abbigliamento per importanti marchi italiani. Dopo aver eseguito i lavori e incassato i pagamenti, riducevano i ricavi attraverso fatture per operazioni inesistenti, emesse da quattro società intestate a prestanome. Questo metodo ha consentito loro di abbattere il carico fiscale e di accumulare ricchezze considerevoli.
Il sequestro dei beni di lusso
Le indagini hanno rivelato che la ricchezza generata veniva “incamerata” dai tre imprenditori attraverso trasferimenti di denaro verso altre imprese e l’acquisto di beni di lusso. Tra i beni sequestrati figurano 63 orologi di marca come Rolex e Patek Philippe, 117 borse di lusso, tra cui 26 di Hermes, e sei appartamenti situati tra Bologna e Milano. La vendita di sette orologi ha addirittura permesso di finanziare l’acquisto di ulteriori appartamenti. Questi beni, non essendo registrati, possono essere facilmente comprati e rivenduti senza tracciabilità, rendendo difficile il monitoraggio delle transazioni.