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Indagine su propaganda razzista: dodici giovani indagati in Italia

Scoperta una rete di canali Telegram dedicati alla diffusione di ideologie suprematiste.

Dodici giovani indagati per propaganda razzista in Italia
Scopri i dettagli dell'indagine su dodici giovani coinvolti in propaganda razzista.

Un’operazione contro l’odio

Un’importante operazione condotta dalla procura di Milano ha portato all’indagine di dodici giovani, tra cui un minorenne, accusati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale. Questi ragazzi, residenti principalmente in Lombardia e nel sud Italia, sono stati scoperti grazie a un’attenta analisi dei canali Telegram, dove venivano diffuse idee suprematiste e propaganda fascista e nazista. I nomi dei gruppi, come ‘Tricolore del sangue italico’ e ‘Spirito fascista’, parlano chiaro: l’odio razziale e la glorificazione della superiorità della razza bianca erano al centro delle loro attività.

Le indagini e le scoperte

Le indagini, condotte dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale lombarda e dalla Digos di Milano, hanno rivelato un quadro preoccupante. Attraverso intercettazioni telefoniche e analisi delle conversazioni sui gruppi Telegram, gli investigatori hanno potuto raccogliere prove significative. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate armi ad aria compressa, bandiere con svastiche e volantini di propaganda, oltre a copie del ‘Mein Kampf’. Questi elementi dimostrano come la rete di giovani indagati non si limitasse a discutere online, ma avesse anche un potenziale pericoloso di istigazione alla violenza.

Il profilo degli indagati

I dodici indagati, di età compresa tra i 19 e i 24 anni, sono tutti studenti, con un solo lavoratore impiegato in una fabbrica in Svizzera. Tra di loro, un 22enne di Milano e due 20enni residenti nel comasco. Il minorenne coinvolto è all’ultimo anno delle scuole superiori, mentre gli altri frequentano l’università. Questo dato evidenzia come l’ideologia razzista possa infiltrarsi tra i giovani, sfruttando le piattaforme digitali per diffondere messaggi di odio e intolleranza. È fondamentale che la società prenda coscienza di questo fenomeno e lavori per contrastarlo, promuovendo valori di inclusione e rispetto.

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