La carriera di un magistrato che ha segnato la storia della giustizia italiana
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Un magistrato in prima linea
Ferdinando Pomarici, ex procuratore aggiunto di Milano, è scomparso all’età di 77 anni, lasciando un’eredità indelebile nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata in Italia. La sua carriera, iniziata nel 1976, si è contraddistinta per l’impegno e la dedizione, specialmente nei casi più complessi e delicati che hanno segnato la storia del nostro paese. Pomarici è stato un pioniere nel combattere le Brigate Rosse e ha avuto un ruolo cruciale nel processo contro Lotta Continua, contribuendo a portare alla giustizia i responsabili dell’omicidio di Luigi Calabresi.
Innovazioni nella giustizia
Tra le sue iniziative più significative, Pomarici è stato tra i primi a introdurre il blocco dei beni alle famiglie dei rapiti, una misura che ha cambiato radicalmente l’approccio delle autorità nei confronti dei sequestri di persona. La sua visione innovativa ha permesso di affrontare situazioni di emergenza con maggiore efficacia, proteggendo le vittime e garantendo che i criminali non potessero trarre vantaggio dalle loro azioni. Durante le indagini sulla strage di via Palestra, ha dimostrato una determinazione incrollabile, lavorando instancabilmente per portare alla luce la verità.
Un legame speciale con i colleghi
Ferdinando Pomarici non era solo un magistrato rispettato, ma anche un mentore per molti giovani colleghi. Dopo il suo pensionamento, ha chiesto di continuare a contribuire al sistema giudiziario, offrendo la sua esperienza e il suo sapere a titolo gratuito. Questo gesto ha dimostrato il suo amore per la giustizia e il desiderio di formare la prossima generazione di magistrati. Armando Spataro, con cui ha collaborato nel caso di Abu Omar, lo ha descritto come “un fratello maggiore”, evidenziando il forte legame che Pomarici aveva con i suoi colleghi e la sua capacità di ispirare chi lo circondava.