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Un uomo si toglie la vita usando i lacci delle sue scarpe: tragedia nel penitenziario di San Vittore

Emergenza suicidi nelle carceri italiane: 75esimo caso tragico a San Vittore evidenzia una situazione ignorata dal Governo

Una tragica vicenda si è consumata nel carcere di San Vittore a Milano, dove un uomo di 44 anni ha deciso di togliersi la vita. La segnalazione arriva da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.

Secondo quanto riportato, il detenuto era in custodia per reati legati agli stupefacenti, con una condanna che avrebbe dovuto terminare nel 2027. La scoperta del corpo è avvenuta intorno alle 5:30 di venerdì mattina: l’uomo si è impiccato con i lacci delle sue scarpe nel letto della cella. Nonostante i rapidi interventi da parte della polizia penitenziaria e dei medici, ogni tentativo di soccorso è stato vano. De Fazio ha sottolineato che questo incidente segna il 75esimo suicidio tra i detenuti dall’inizio dell’anno, un dato sconfortante che evidenzia una situazione di emergenza ignorata dal Governo.

Situazione di sovraffollamento nel carcere di San Vittore

Inoltre, ha evidenziato come il carcere di San Vittore ospiti attualmente 1022 detenuti, a fronte di sole 447 disponibilità, con un sovraffollamento che supera il 229%. La sorveglianza è affidata a 580 agenti della polizia penitenziaria, distribuiti su diversi turni e comprendenti anche personale amministrativo, mentre il fabbisogno effettivo si attesta intorno a 700, creando una carenza del 17%.

Emergenza suicidi nelle carceri italiane

La situazione di emergenza per quanto riguarda i suicidi nelle carceri italiane è di grande preoccupazione. De Fazio ha affermato che un sistema carcerario così sovraffollato non può in alcun modo funzionare correttamente; attualmente ci sono circa 62mila detenuti contro meno di 47mila posti disponibili, il che significa oltre 15mila detenuti in eccesso e più di 18mila unità mancanti nella polizia penitenziaria.

L’assistenza sanitaria e psichiatrica è gravemente insufficiente, le dotazioni e le strutture sono inadeguate, e l’organizzazione è molto inefficace. Si assiste a un sistema carcerario in crisi, dove gli operatori, incaricati di mantenere l’ordine, vivono una realtà in cui le regole sono da tempo disattese e si trovano a subire la negazione di diritti fondamentali, anche di tipo costituzionale, oltre a dover affrontare turni e carichi di lavoro estremamente pesanti,” afferma il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.

Il 25 ottobre 2022, anno con la cifra record di suicidi in carcere, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento per ottenere la fiducia alla Camera dei Deputati, affermò che “dall’inizio dell’anno si sono registrati 71 suicidi nel circuito penitenziario. Non è accettabile per un paese civile, così come inaccettabili risultano spesso le condizioni lavorative dei nostri agenti”. Oggi, a soli undici giorni dall’anniversario, il numero dei suicidi è salito a 75 e le condizioni lavorative per gli agenti sono peggiorate ulteriormente. Quindi, è importante che la Premier sia consapevole che sotto il suo Governo la situazione nelle carceri e per i lavoratori è diventata ancora più preoccupante rispetto al passato, per un “paese” che si definisce civile, conclude De Fazio.

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