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“Equosolidale”: il terzo metodo del commercio

L’avvento della distribuzione su larga scala ormai trent’anni fa ha segnato la fine dei negozi di vicinato. Un’alternativa tra le catene di negozi e il commercio al dettaglio è rappresentata dalla bottega di commercio equo e solidale. Questa realtà, gestita da 15 volontari facenti parte della cooperativa sociale Nazeca Mondoallegre, celebrerà il suo 16° anno di esistenza nel centro città a novembre. “Ambiente e dignità umana dovrebbero essere prioritari nel processo di acquisto”, afferma Marina Coppo, coordinatrice della Bottega del commercio equo e solidale, sottolineando come oggi prevalga un consumo indifferente. I clienti puntano solo al risparmio, ignorando l’impatto ambientale e i diritti dei lavoratori coinvolti nella produzione dei prodotti. Di fatto, il potere d’acquisto dei consumatori influisce sulle politiche economiche, favorendo l’exploit lavorativo globale da parte delle multinazionali. “Il nostro approccio è completamente opposto, chi acquista la salsa di pomodoro da noi, è consapevole che non c’è sfruttamento di personale e ambiente, ma un valorizzazione del lavoro che pone al centro i principi di equità e non di profitto”. Le vendite della bottega sono positive, puntualizzando che non si tratta di filantropia. A parte il lavoro dei volontari, tutte le spese e i fornitori sono debitamente regolati. “La maggior parte dei nostri clienti sono soci della cooperativa, e credono fermamente in un’economia equa. Acquistano prodotti che rispettano i diritti dei lavoratori e l’ambiente, e valorizzano la loro integrazione nella società”, conclude Marina Coppo.

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