Un uomo d’affari di Bubbiano, situato nella provincia di Milano, che era stato accusato di abusi sessuali nei confronti di tre lavoratori, è stato scagionato dalla Corte d’Appello di Milano, poiché il reato non era stato provato. Questo annuncio arriva dopo otto anni dalla prima denuncia in gennaio 2016 fatta da una delle vittime. L’interprete legale dell’imputato, l’avvocato Antonio Francesco Catanzariti, dice: “Il mio cliente ha ricevuto la notizia dell’assoluzione con un pianto di sollievo”. L’imputato, F.T. di 66 anni, era stato condannato a dieci anni di carcere nel 2020 dal tribunale di Pavia, e poi nel 2021, in appello, la sentenza è stata confermata ma la pena è stata ridotta a sette anni e sei mesi. Tuttavia, nel giugno 2022, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, ordinando un secondo processo d’appello che si è concluso venerdì scorso con una totale rovesciamento delle precedenti decisioni. La questione fondamentale per la decisione della Cassazione era l’esclusione della prova dei registri delle chiamate. Durante la loro argomentazione finale, la difesa dell’imputato, che ha anche fatto ricorso a un consulente esterno, ha evidenziato “la discrepanza tra alcuni dettagli dei registri delle chiamate e le testimonianze fornite dalle vittime. Queste discrepanze rendono la storia raccontata non credibile”, spiega l’avvocato Catanzariti. “Aspettiamo di conoscere le ragioni della sentenza per considerare eventuali passi futuri”, aggiunge il legale. “Il mio assistito ha perso la sua dignità ed è stato costretto a vivere anni difficili”.
“Fare i conti con un’accusa gravissima di un crimine che non si è commesso è sicuramente doloroso, e ha anche provocato turbamenti nel suo equilibrio familiare,” si sottolinea. Commentando le accuse portate originariamente contro il businessman, si sostiene che le sue dipendenti sarebbero state soggette a molestie fisiche e comportamenti inappropriati; una di esse ha rivelato di essere stata forzata in un rapporto sessuale. “Le mie clienti hanno ricevuto la sentenza di assoluzione con grande dispiacere,” dichiara l’avvocato Francesca Santini, che ha rappresentato due delle tre donne, tutte vittime civili nel processo. “Hanno mantenuto coerentemente la loro storia in tutte le occasioni. Stiamo aspettando le ragioni dietro la decisione per capire meglio la situazione, dopo di che discuterò con loro sui possibili passi successivi.” Dal punto di vista legale, ora l’ufficio del procuratore può fare appello alla Corte di Cassazione o la decisione diventerà definitiva.