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Stefano Cantù, il ciclista colpito da un autobus, è deceduto. Il suo ultimo atto di altruismo è stata la donazione dei suoi organi

Stefano Cantù, un settantacinquenne originario di Cassano d’Adda, ha tragicamente perso la vita in seguito a un incidente accaduto la scorsa settimana. L’uomo, nato nel 1948 e in procinto di compiere 76 anni a ottobre, lascia una moglie e quattro figli dopo un matrimonio durato 52 anni. Il fatale incidente è avvenuto quando Cantù, sulla sua bicicletta, è entrato in collisione con un minibus di linea Z309 percorrente la tratta Cassano-Trezzo. L’autista del bus, lavoro di cui si occupava da solo una settimana, non è riuscito ad evitare l’impatto con il ciclista che viaggiava parallelamente al veicolo. Cadendo dalla bicicletta, Cantù ha colpito la testa violentemente, ed è stato immediatamente trasportato in ospedale per gravi traumi cranici e contusioni multiple. Nonostante un’operazione d’emergenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, le sue condizioni si sono aggravate fino a cadere in coma irreversibile. Al fine di perpetuare il suo spirito di generosità post mortem, sono stati donati i suoi organi. Prima di andare in pensione Cantù lavorava alla Stigler-Otis ed era conosciuto nella sua città natale per il suo impegno con il volontariato, soprattutto nel progetto della bottega del commercio equo solidale.

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