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Il Politecnico celebra un festival. Il tema principale è l’ingegneria e il futuro, con un focus sull’intelligenza artificiale. Quest’ultima viene considerata sia straordinaria che pericolosa

L’ingegneria non è solo teoria, ma una rampa di lancio verso il successo. Chi ha studiato al Politecnico di Milano e raggiunto traguardi significativi ne è la prova. Il Festival internazionale dell’Ingegneria è stato inaugurato da un insieme di ex studenti illustri, pronto a offrire un accesso senza precedenti al campus Bovisa nei prossimi due giorni, ai suoi laboratori e all’università in generale. L’evento ha anche anticipato le attività al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, al Deposito ATM di Via Messina e al Civico Planetario “Ulrico Hoepli”.

“L’ingegneria è un tassello fondamentale per l’evoluzione della nostra società e trova applicazione in molti settori, dai cellulari alle automobili, fino alle apparecchiature mediche. Dobbiamo riflettere sul ruolo che l’ingegnere occupa oggi, in un mondo che mira all’inclusione e all’equità. La tecnologia è creata dall’uomo e per l’uomo”, ha ribadito Carlotta Penati, presidente dell’Ordine degli Ingegneri.

Gli ex studenti che hanno raggiunto fama globale condividono la luce dei loro successi e saggezza con un pubblico eterogeneo che comprende studenti, bambini e professionisti. Gaela Bernini, Segretario Generale della Fondazione Bracco e Responsabile della Responsabilità Sociale d’Impresa presso Bracco, riflette sul suo percorso di studi che ha iniziato alla London School of Economics e si è culminato con un dottorato in Ingegneria gestionale al Politecnico. Insegna ai futuri ingegneri la necessità di avere una serie di attributi essenziali, quali l’iniziativa personale, il ragionamento critico, l’empatia e l’integrità. Istituisce inoltre l’utopia come obiettivo per gli ingegneri di oggi, specialmente in vista delle sfide globali come quelle ambientali. Secondo Bernini, i campi STEM rimangono cruciali non solo per la carriera ma anche per la proiezione del futuro. Invita alla diversità di genere e oltre, enfatizzando il ruolo dell’educazione.

Inoltre, Giampaolo Dallara, fondatore e capo dell’azienda automobilistica che prende il suo nome, racconta affettuosamente la sua esperienza al Politecnico. Da studente di Parma, ha vissuto alla Casa dello Studente e studiato Ingegneria Aeronautica. Questa università ha avuto un ruolo decisivo nel tracciare la sua traiettoria personale. Rievoca i suoi studi in Analisi Matematica e Meccanica, volendo progettare aeromobili. Grazie a quella formazione ha potuto intraprendere una fruttuosa carriera, iniziando dalla sua tesi sullo statoreattore supersonico, poi la sua assunzione alla Ferrari, l’esperienza alla Maserati, Lamborghini e infine alla sua stessa Dallara.

Nel 1991, Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM e della Fondazione Riccardo Catella, era una delle poche donne studentesse di Ingegneria gestionale, con una passione per la musica. Ricorda come veniva accolta in aula con risate, con molti che non credevano che avrebbe potuto farcela. Nella sua borsa, tra i libri di scienza, trovavano posto anche gli spartiti musicali. La Colombo, pur provenendo da un liceo linguistico, ha affrontato e affronta ancora oggi le sfide di parità di genere nel mondo imprenditoriale. Sostiene l’importanza di un importante progetto nazionale per garantire la parità, comprensivo di un’infrastruttura sociale, incentivi fiscali e un cambiamento culturale per le aspettative sociali riguardo le donne. Colombo incoraggia la gioventù a nutrire il loro pensiero, affrontando il futuro con tecnologia e intelligenza artificiale, ma non dimenticando mai la musica che ognuno porta dentro, ponendo sempre l’umanità al centro.

Alex Braga, un pioniere nelle nuove tecnologie e uno dei dieci musicisti più influenti nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), ha recentemente presentato un preview della sua ultima creazione, “Automatic Impermanence”, al Parco della Musica di Roma, durante il Festival internazionale dell’Ingegneria. Ha enfatizzato l’importanza di discutere l’IA al giorno d’oggi, soprattutto quelli, come lui, che sono attivamente coinvolti nel suo sviluppo. Ha sottolineato inoltre la necessità di un approccio etico e politico poiché sono in gioco molti diritti umani. Secondo lui, l’IA è uno strumento fantastico, ma i suoi effetti dipendono da come viene utilizzata dalle persone, il quale può essere tanto costruttivo quanto distruttivo. Ha evidenziato anche aspetti legislativi, artistici, creativi e filosofici che dobbiamo prendere in considerazione. Propone un modello innovativo, sviluppato in collaborazione con l’Università Roma Tre, A-MINT, un’intelligenza artificiale che si addestra in tempo reale, basandosi sulle conoscenze di chi la utilizza, promuovendo un approccio umanocentrico che valorizza il presente, l’unico aspetto della nostra esistenza che abbiamo realmente la capacità di modificare.

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