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La “banca” dello smart working: il nuovo sistema adottato dal Comune

In seguito alle richieste dei sindacati, il Comune ha predisposto per i suoi dipendenti una sorta di "banca" dello smart working.

banca dello smart working
banca dello smart working

Per i dipendenti del Comune di Milano debutta la “banca” dello smart working. Si tratta di una soluzione nata dal confronto con i sindacati, i quali si erano opposti alle nuove disposizioni per un rientro massiccio dei lavoratori negli uffici. I dipendenti avranno a disposizione un massimo dei sei giorni al mese per lavorare in smart working. Tuttavia, le giornate non consumate a distanza saranno conteggiate in una sorta di monte complessivo delle singole direzioni. In un secondo momento le giornate di smart working saranno dunque ridistribuite ai dipendenti.

La banca dello smart working a Palazzo Marino

Attraverso la cosiddetta “banca” dello smart working, i dipendenti che ne hanno maggiore necessità potrano attingere al monte complessivo delle lezioni per guadagnare più giorni di lavoro da casa. L’idea è stata descritta da Cristina Tajani, assessora alle Politiche per il lavoro, come una “soluzione innovativa e solidale per gestire con flessibilità uno strumento come quello del lavoro agile che rimane un pilastro nella nostra strategia anche in questa fase“.

Ad aprile erano circa 8 mila i dipendenti del Comune che lavoravano in smart working. In seguito all’appello di Beppe Sala a riempire di nuovo gli uffici, a Palazzo Marino sono iniziati i piani di rientro. La “banca” dello smart working sembra quindi essere un buon compromesso tra le esigenze di tornare in attività e quelle di mantenere il distanziamento e adottare le misure adeguate. A questo proposito, è stata attivata una rete di postazioni di coworking nelle sedi decentrate dell’amministrazione, al fine di limitare gli spostamenti in auto e decongestionare i mezzi pubblici.

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