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Al reparto Oncologia del Niguarda è allerta Coronavirus

Al via la bonifica nel reparto Oncologia dell'ospedale Niguarda di Milano per un mini-focolaio da Coronavirus.

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Coronavirus, allerta focolaio al reparto Oncologia del Niguarda

Allerta Coronavirus al reparto Oncologia dell’ospedale Niguarda: il contagio che ha dato vita a un ‘mini-focolaio’ sarebbe partito dagli specializzandi, i primi ad ammalarsi all’interno della struttura meneghina.

Il Coronavirus, però, è stato trasmesso anche ad alcuni medici, infermieri (tra cui una caposala) e OSS. Per questo motivo, la direzione ha stabilito una bonifica che avverrà nelle giornate del 9 e 10 giugno: tutti i pazienti del reparto di oncologia saranno spostati in un altro padiglione. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo ma viene gestita con isolamenti obbligatori e quarantene da parte del personale sanitario del Niguarda.

Coronavirus, al Niguarda bonifica per Oncologia

I medici del Niguarda spiegano al Corsera come: “Questo piccolo focolaio va oltre la situazione specifica dell’ospedale, che sta prendendo tutte le contromisure necessarie: deve essere invece un monito molto più ampio per tutta la città di Milano, perché dimostra che la malattia non è affatto sparita, che la trasmissione si può ancora innescare in tempi rapidi e che quindi non bisogna allentare l’attenzione. Un monito importante anche per i ragazzi, che probabilmente stanno vivendo le prime settimane della Fase 2 con troppa leggerezza”.



Inoltre, si è certi sulla recente origine del Coronavirus nelle persone riscontrate infette. Perché, con la prima campagna di test sierologici, gli stessi soggetti erano risultati negativi. La direzione dell’ospedale, una volta scoperto il focolaio nel reparto di Oncologia, ha subito allargato lo screening anche al day hospital e agli ambulatori collegati, ma in questo caso non sono stati trovati casi positivi al Covid-19.

Test a tappeto

Dopo una fase molto critica per le strutture sanitarie – come quella di marzo e aprile – adesso i test vengono effettuati su tutto il personale sanitario e non solo su chi presenta sintomi. Ciò consente di anticipare i tempi della diffusione del contagio da nuovo Coronavirus isolando, per tempo, i primi casi che potrebbero dare vita a nuovi focolai.

Ma il personale medico va con i piedi di piombo ed evidenzia come la lotta al Coronavirus è tutt’altro che finita. L’equipe del Niguarda evidenzia: “È ovvio che queste situazioni dovranno essere limitate, perché se si moltiplicassero, pur con una preparazione complessiva molto più elevata, sarebbero comunque complicate da gestire”. E ciò comporterebbe un ritorno alla fase 1 da lockdown e il collasso delle strutture sanitarie milanesi e non solo.

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