Un infermiere del Niguarda racconta le difficoltà vissute dalla sua categoria durante l'emergenza coronavirus, pur non mancando di lanciare un messaggio di positività.
Un infermiere dell’ospedale Niguarda di Milano ha scritto una lettera per documentare la situazione che sta vivendo all’interno del nosocomio in piena emergenza coronavirus. Affermando che tutto il personale medico sta dando il meglio di sé tra turni massacranti e notti trascorse in piedi, ha incoraggiato ognuno a fare la propria parte perché “tutti insieme ce la faremo“.
Coronavirus: parla un infermiere del Niguarda
Ad essersi esposto e a testimoniare dell’impegno di medici e operatori sanitari è stato Pellegrino Coretti. Impiegato in uno dei presidi con più pazienti infetti del capoluogo lombardo, ha spiegato di essere uno di coloro che “in trincea prendono insulti, minacce, botte ma salvano vite“. L’uomo ha raccontato che la sua professione è ormai diventata una missione di umanità che vede infermieri, medici, tecnici e oss fare turni infiniti senza poter nemmeno vedere i propri familiari.
Ha affermato come le loro vorrebbero che passassero più tempo a casa ma “non possiamo perché abbiamo una mission e per questo ci seguono a distanza“. Coretti ha anche sottolineato l’abnegazione totale della sua categoria, che sta garantendo una presenza infaticabile e premurosa anche dopo molte ore di lavoro stremante. Dei colleghi ha infatti lodato la capacità di mantenere la calma in una situazione così delicata.
Non ha mancato di dichiarare come molti di loro, pur di garantire cura a chi ne aveva bisogno, si sono ammalati. A confermarlo ci sono i dati, che mostrano come il 10% del personale medico abbia contratto l’infezione. Nonostante le difficoltà e la situazione emergenziale, rimane però convinto del fatto che si troverà una via d’uscita. “Noi professionisti sanitari quelli in prima linea e quelli che lavorano nelle retroguardie ce la stiamo mettendo tutta! Ce la faremo!“, ha concluso.