San Donato. Mercatino delle pulci. Sui banchetti che popolano l’area della metrò, come ogni domenica, le merci si affollano in una consuetudine quasi religiosa. Tra creme di bellezza, rasoi, ferri da stiro, scarpe, pile e lenzuola ricamate un losco figuro si aggira con fare sospetto intorno al suo tavolo.
Non sembra un esperto, anzi: sembra quasi a disagio, come fosse il suo primo giorno di mercato. A guardar bene inoltre il suo volto sembra decisamente familiare.
Pssst signorina!
Mi giro, di scatto. Lo squadro: non è decisamente un venditore come tutti gli altri, nel suo raffinato doppiopetto blu.
Mi avvicino.
Di fronte a lui si stende un tappeto di cartacce raffazzonate.
Venga signorina, è un’occasione, una vera occasione.
“No grazie”, rispondo, mentre il venditore mi si avvicina.
E’ una svendita speciale: posso offrirle delle quote di una squadra di calcio come nuove. Guardi, guardi qui.
Mi sventola sotto al naso alcuni documenti, che recano in calce la scritta AC MILAN.
“Guardi, non mi interessa il calcio” rispondo.
Aspetti aspetti…so cosa può interessarle. Guarda la tv? Il digitale terreste?
“Ce l’ho già il decoder” ribatto.
33 anni, ma sembra nata ieri. E poi oggi ci sono tanti canali in più.
Mi giro tra le mani il foglietto sgualcito. C’è ancora qualcosa che non mi convince in tutto questo.
Non le piace? Ah adesso ho capito. Lei è una che legge. Ecco qui: tutti i libri che vuole.
Mmmm…però. Una casa editrice.
“Quanto vuole?”, chiedo.
Vien via a poco, non si preoccupi. Sa, sto cercando di raggranellare qualche soldo, per colpa di una sentenza, che mi ha rovinato. 560 milioni di euro.
Non riesco neanche a immaginarli.
Come se non bastasse poi il nuovo sindaco di Milano era addirittura l’avvocato della parte avversa. Un incubo guardi, è da un mese che mi dà il tormento. Allora, concludiamo?
All’improvviso mi torna in mente tutto: vulcani in miniatura, Coloradine diventate consiglieri regionali, lettoni di premier russi, figuracce in mondovisione, MARIANO APICELLA!
Corro via più forte che posso, lasciando dietro di me solo una nebbia di fogli svolazzanti.
Dal retro del banchetto spunta un uomo con la toga da avvocato, magrissimo e dall’aria spenta, che si avvicina al venditore e gli mette una mano sulla spalla.
Coraggio, sarà per un’altra volta. Andiamo a casa.
L’omino in doppiopetto annuisce. E si avviano mano nella mano sospirando lungo l’orizzonte della tangenziale.