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Alessio Bertallot, la nostra intervista: dal clubbing alla vita notturna milanese, dai dj set alla sua nuova compilation "Tracce"

Alessio Bertallot, musicista, Dj e conduttore radiofonico, ha raccolto in quattro cd, divisi per genere e disponibili singolarmente, i migliori brani tra le migliori proposte del panorama musicale del momento compreso tra la black music e l'elettronica, la dance alternativa e il nu jazz.

Il progetto di Alessio si chiama "Tracce". Lui stesso ha spiegato:

"Pensate a come la Rete ha cambiato il nostro approccio con la musica e l'arte del DJ: nell'era A/I (ante – internet) passavo ore nei negozietti specializzati per dj, di Londra o New York , per portare in Italia la musica nuova. Ora, P/I, passo le ore davanti al computer, perché tutto è a portata di click, ma niente è importante, perchè è troppo"

Ci siamo fatti raccontare da lui qualcosa in più, ecco la nostra intervista.

Come hai scelto i brani che poi hai inserito nella compilation?

Il principio è stato quello di scegliere pescando nella contemporaneità, piuttosto che cercare brani 'storici'. E' anche nel carattere della serie di Ep in cui è divisa "Tracce": testimoniare l'attualità, la cronaca della musica, ben sapendo che può essere effimera. Quindi niente copertina, solo l'essenziale.

C'è una selezione in particolare che ti rappresenta di più oppure sono tutte "facce della stessa medaglia"?



L'ep "Nuova Elettronica" è quello a cui tenevo di più. Ma sento che mi muove di più quello "Hip Hop"…il buon vecchio 'boom boom cha'.

Sul tuo blog personale sul sito di radio Deejay ho letto che hai creato una app chiamata WEBertallot, ce ne vuoi parlare?



WEBertallot è lo stesso concetto di "Tracce", ma ancora più futuribile: invece di cd, propone un menu di generi musicali, ognuno con una decina di brani, che in realtà sono link a brani residenti in rete, che definiscono antologicamente il genere. Ogni settimana o ogni 15 giorni però io aggiorno i contenuti. Quindi è come se fosse una compilation infinita.

Nel tuo programma, B Side, proponi musica ricercata e 'non convenzionale' se così possiamo chiamarla. Come fai a documentarti nell'enorme panorama musicale mondiale?

Semplice: ci lavoro tutto il giorno! E non basta. E'come avere gettato lo sguardo oltre lo stretto di Gibilterra e gridare "Ehy! C'è un oceano di là! Il mondo non finisce!", ma non tutti ci credono. Allora cominci a portargli l'oceano da vedere, ma hai solo un bicchiere per portarlo, e ci metti un sacco di tempo.

Qual è "the next best thing" che magari non ha trovato spazio nella tua compilation e che ti senti di consigliare ai nostri lettori?



Il nuovo disco dei The Roots, "How I got over". Grandi.

Oggi, nell'era di Internet, c'è sì una maggiore possibilità di accesso alla musica, ma c'è anche il rischio di saturazione. Come è possibile costruire il proprio percorso musicale?

La cosa più importante, soprattutto  in questi tempi di saturazione, è sempre contestualizzare i singoli frammenti. Fare cultura di ciò che è solo informazione. Capire perché un musicista ha fatto quella cosa lì e non un'altra, in che contesto si muove, chi sono i suoi maestri. In questo modo si sceglie, e invece di accumulare roba inutile, si diventa consapevoli.

Parlando della realtà dei club, ultimamente c'è una tendenza particolare. Va molto di moda il dj set e sembra che chiunque sia in grado di tenerne uno. Forse però per fare il dj non basta "mettere i dischi". Cosa ne pensi?



Lo dicevo prima: è la cultura che fa il buon dj, non solo la tecnica, o peggio, i pettorali depilati o le tette in mostra.

Nel corso della tua trasmissione hai anche lanciato dei nuovi talenti. Come vedi il mondo musicale per un giovane che vuole cercare di proporre la propria musica senza necessariamente passare da un talent?

Se sei capace di andare in un talent show e usare l'occasione che il sistema ti offre per prenderlo a calci nel culo, sei un grande. Se no sei solo carne da televisione. Credo molto nell'indipendenza di comunicazione, nel cercare, magari attraverso la rete, diverse occasioni. Ma questo finchè non ci metteranno le mani i grandi accentratori per lucro. Se accadrà, diventerà tutto come la tv. Per il momento sembra che la grandezza innovativa della rete sovrasti le velleità di controllo. Dovranno inventarne delle nuove.

Per chiudere l'intervista qualche domanda 'shot': ultimo concerto visto?

Crosby, Stills & Nash.

Ultimo vinile/cd/file comprato?



Ultimo file: un'antologia di John Lee Hooker.

Il primo disco che hai comprato.

Se ben ricordo, il primo disco comprato è stato "The freewheeling Bob Dylan".

Il disco che ti ha cambiato la vita

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Quello che mi ha cambiato la vita potrebbe anche essere "Three Feet High & Rising" dei De La Soul.

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