Il recidivo di Tangentopoli, Mario Chiesa (foto Repubblica) questa volta non tornerà in carcere. L'ex manager socialista ed ex presidente dell'ospizio milanese Pio Albergo Trivulzio da cui partì l'inchiesta Mani Pulite 17 anni fa, ha patteggiato 3 anni di reclusione davanti al gup di Busto Arsizio Luisa Bovitutti per "truffa aggravata ai danni dello Stato e associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento illegale di rifiuti".
Nella ricostruzione del pm di Busto Arsizio, Luca Gaglio, Mario Chiesa utilizzava come merce di scambio con gli addetti allo smaltimento buoni pasto e buoni benzina così che non controllassero la corrispondenza tra la quantità da smaltire e quella dichiarata. Così facendo le società connesse a Chiesa (la Sem e la Solarese) potevano gonfiare le fatture dichiarando una quantità maggiore di rifiuti, compensando a lungo andare le perdite dovute ai ribassi necessari per aggiudicarsi gli appalti.
Mario Chiesa tornerà in aula il 26 gennaio per patteggiare gli ultimi sei mesi, sempre per gli stessi reati ma compiuti in tempi più recenti.
Come sottolinea anche il Corriere la vicenda di Mario Chiesa è la prova che spesso, in Italia, la storia si ripete ed è una verità molto triste come dichiarava il magistrato simbolo di "Mani Pulite", Antonio Di Pietro, all'indomai dell'arresto dell'ex manager socialista:
"Niente di nuovo sotto il sole. Io ho sempre sostenuto che Tangentopoli non era mai morta, ma anzi bisognava alzare la guardia, non abbassarla. Sul piano personale mi fa tristezza sapere che quell'uomo forse non ha capito la lezione […] Non è il solo e non è il primo che viene ancora una volta accusato dopo che è caduto nelle mani di Tangentopoli"
Ma il fatto ancora più inquietante è che pare che l'uomo fosse visto, nonostante i trascorsi giudiziari, come un personaggio di grande carisma nell'ambitodelle pubbliche amministrazioni.
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