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Aborto, a Melzo medico in corsia insulta tre donne che volevano interrompere la gravidanza

Checchè se ne dica abortire non è mai una scelta semplice per una donna, e in ogni caso va rispettata senza giudicare. E la donna deve essere rispettata nella sua dignità. Basta leggere uno stralcio della legge 194

"Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna"

Evidentemente però questa regola non vale per il dottor Leandro Aletti, responsabile di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Melzo.

Riporta Repubblica che tre donne, dai 27 ai 36 anni, si sono recate nella struttura per interrompere la loro gravidanza. Ma mentre stavano svolgendo gli accertamenti preliminari per l'applicazione della legge 194, il primario, obiettore di coscienza, le ha umiliate nel corridoio del reparto, davanti al personale e alle pazienti.

"Assassina, sta uccidendo suo figlio", avrebbe urlato alle tre il medico, un noto antiabortista.

Alessandro Gilioli di Piovonorane lo apostrofa come talebano e ricorda che non è un 'simpatizzante di Cl', ma è un attivista ciellino di primo piano, seguace e amico di don Giussani e di don Carlo d'Imporzano negli anni Settanta, portato a esempio da tutti i ciellini di porta Romana – la sua zona – per il numero spropositato di figli generati e di denunce ricevute (sempre per aver definito "assassini" alcuni colleghi abortisti e diverse donne che volevano avvalersi della legge 194).

Il medico è stato denunciato per ingiuria. Le donne raccontano:

"Il primario, noto antiabortista, ci ha insultate e diffamate offendendo il nostro decoro e arrecandoci un danno morale. Mentre iniziavamo il colloquio con il medico di turno venivamo accostate dal primario che ci aggrediva con insulti ad alta voce così tutti i presenti venivano edotti della ragioni della nostra presenza nel reparto rendendo di pubblico dominio una scelta delicata e assolutamente personale"

A dicembre si terrà l'udienza anche se entrambe le parti stanno cercando un accordo per evitare di arrivare al processo. Il primario ha parlato di un "fraintendimento", come conferma il suo legale, e sarebbe pronto a firmare una lettera di scuse e chiarimenti per archiviare l'accaduto. La direzione sanitaria ha già presentato le sue scuse.

Che faccia la sua campagna, ma non in un ospedale pubblico, come sostiene anche Beppe Grillo. La dignità e il rispetto delle persone prima di tutto.

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