Legambiente ha lanciato l'allarme: il sito scelto per Expo 2015 sarebbe a rischio esondazione perchè il fiume Olona potrebbe esondare "per l'elevatissimo livello di cementificazione e consumo di suolo". Infatti il 58% del bacino dell'Olona, da Varese all'area Fiera di Milano, è cementificato.
Damiano di Simine, presidente lombardo di Legambiente, lancia l'allarme e chiede che il 2015 "sia una scadenza anche per risanare il fiume che rischia di esondare nell'area Expo". Bisogna insomma "intervenire subito". L'assessore regionale alla Protezione Civile Stefano Maullu gli ha però risposto citando tra le altre cose gli 1,3 miliardi di euro investiti dalla Lombardia e dallo Stato dal 1993 a oggi per interventi di messa in sicurezza e i 17 mila volontari della protezione civile.
Si spera che i fondi vengano spesi al meglio per non visitare l'Esposizione con i piedi a mollo. Stefano Boeri, l'architetto milanese che ha collaborato alla stesura del concept plan, spiega che:
"La decisione di inserire molta acqua nel paesaggio dell'esposizione universale deriva anche dalla potenziale esondabilità dei fiumi della zona. Abbiamo cercato di volgere un potenziale problema in una risorsa"
Intanto proseguono i lavori nella società di gestione che a fine aprile dovrà presentare al Bie a Parigi il masterplan.
In Regione intanto come spiega Repubblica è stato varato un provvedimento sulla valutazione di impatto ambientale per le grandi opere dell'Expo 2015, che d'ora in poi spetterà solo alla Giunta regionale e non più alla Conferenza dei servizi.
L'assessore all'Urbanistica e al territorio, Davide Boni, ha spiegato:
"La Regione potrà agire più rapidamente senza doversi coordinare con altri enti locali, né attendere le loro decisioni. Questo è un passo in avanti sulla strada dello snellimento delle procedure che ci consentirà di non arrivare fuori tempo massimo nelle autorizzazioni per le grandi opere dell'Expo 2015"
Secondo il Pd però in questo modo si cerca solo di aggirare le regole urbanistiche.