I ladri hanno agito indisturbati, nonostante le quindici telecamere di sorveglianza, quando si sono introdotti furtivamente nel bar Aurora situato nel mezzanino della metropolitana di Turro.
Il bar che è all’ingresso della linea 1 del metrò e che si trova proprio di fronte alla sede del PDL, come riporta il sito del Corriere, ha visto i ladri in azione per ben tre volte in due mesi: porte distrutte, cassa svuotata, slot machines ripulite, buoni pasto spariti insieme a scatole di caffè, bottiglie e caramelle.
Il proprietario Alessandro Torriselli denuncia la gravità di questo ennesimo episodio, unendosi al coro degli abitanti della zona che, spaventati, si chiedono come sia possibile che i sistemi di sicurezza abbiano permesso una "svista" di questo genere.
Nonostante le irruzioni nel bar Aurora siano state parecchio evidenti e rumorose, dato che i ladri si sono introdotti nelle vetrine del locale facendosi strada con un estintore, i sistemi di allarme non sono scattati.
Non solo. Le domande che sono sorte in proposito nascono immediate e legittime: come è possibile, infatti, che i malfattori si siano potuti introdurre in una stazione della metropolitana di notte, perché le telecamere non hanno ripreso il fattaccio, e perché, quindi, nessuno è intervenuto per impedire il furto con scasso?
Una serie di verifiche successive ha permesso di individuare nella falla dei sistemi di sicurezza la radice del problema.
Le telecamere sono 15, sì, ma tutte spente e il lavoro di monitoraggio durante le ore notturne è stato affidato temporaneamente (dal momento in cui l'appalto è stato bloccato) a due addetti alla videosorveglianza della centrale Atm di viale Monterosa che controllano tutte le inquadrature di tutte le stazioni del metrò. Sono circa mille in tutto.
La prima concreta conseguenza della fallacia dei sistemi di controllo nella metropolitana è che il bar Aurora è in vendita.
Il giovane proprietario non è riuscito nemmeno con una politica di sconti al bancone ad ovviare alle spese di riparazione e, dunque, a salvare i conti di gestione, dato che l'assicurazione non copre i danni.
Non resta che unirsi al coro di perplessità generale e chiedere a gran voce come sia possibile che la sicurezza nella metropolitana sia così vulnerabile, soggetta di continuo a "sviste" che non sono certo giustificabili con la burocrazia degli appalti.