Gli inquilini delle case popolari del quartiere San Siro, tutti occupanti senza contratto, questa mattina si sono dati appuntamento davanti alla sede dell’Aler, in viale Romagna, per chiedere una tregua negli sgomberi, partiti il 17 luglio scorso, e l’apertura di un dialogo con le istituzioni.
Chiedono che gli sgomberi cessino immediatamente, che si apra un tavolo di discussione con le istituzioni, Regione, Comune, questura, prefettura e Aler. E che le famiglie con bambini, anziani e malati siano sistemate in case con contratto regolare.
Si tratta di un presidio composto da decine di persone, tra le quali molte donne e bambini, armate di cartelli e striscioni per dire che “L’occupante non è un delinquente ma un povero che ha bisogno di una casa”.
Le richieste degli inquilini sono state presentate al direttore di Aler da una delegazione del Sicet di Milano, guidata dal presidente Ermanno Ronda. Finora le famiglie sgomberate sono una ventina delle 500 che oggi occupano le case popolari della zona senza contratto. E, al momento, “sono per strada, nei dormitori”, spiega Ronda.
“Se vogliono sogmberarle tutte – dice Ronda – Milano sarà messa a ferro e fuoco: chiediamo che almeno alle famiglie con bambini, anziani e malati, sia offerta la possibilità di un contratto regolare. Inoltre, ci sono 167 alloggi sfitti che le famiglie in graduatoria rifiutano, si parta da quelli”.