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Indagata per tentata concussione e abu­so d'ufficio la neopresidente del tribunale Fallimentare

Doveva prendere servizio oggi Maria Rosaria Grossi, presidente pro tempore del tribunale Fallimentare di Mila­no allo scadere del mandato del presi­dente Bartolomeo Quatraro. Ma la Procura di Brescia ha messo sotto indagine la giudice per le ipotesi di reato di tentata concussione e abu­so d'ufficio "nelle modalità di nomina di curatori fallimenta­ri e liquidatori nelle procedu­re concorsuali" come spiega il Corriere.

Tutto è partito da una segnalazione interna alla Sezione Fallimentare che nel 2003 era già stata scos­sa dall'arresto di Carmen Gocini, che si era appropriata di 35 milioni di euro senza che i giudici che firmavano i relati­vi mandati di pagamento se ne accorgessero.

La Grossi, esperta di diritto fallimentare e inserita tra gli esperti della Commissione del Mini­stero per una riforma della ma­teria, arrivò alle cronache come pre­tore nel 1990 quando, nell'ambito della 'guerra' per il controllo della Mondadori, due suoi provvedimenti furono favorevoli a Fininvest che in quel momento era il lotta con la Cir.

Mesi fa è stata presentata alla presidente Livia Po­modoro una relazione che segnalava alcu­ne confidenze fat­te da professionisti del setto­re in merito ai criteri e al contesto delle nomine dei consulenti da parte dei magi­strati.

La Pomodoro ha inoltrato la relazione al procuratore di Mi­lano Manlio Minale che l'ha trasmessa alla Procura di Brescia.

Si indaga anche sui rapporti tra la giudice e un avvocato scomparso nella primavera dell'anno scorso: si pensa che i due avessero un'intesa per la quale si suddividevano i compensi ottenuti dal profes­sionista grazie alle nomine operate dal giudice. La giudice avrebbe chiesto alla sorella dell'avvocato morto una sorta di regolazione dei futuri compensi riferibili alle cause non ancora concluse all'epoca del decesso. Sotto inchiesta anche alcuni assegni bancari.

Infine si cercano di verificare le proprietà immobilia­ri della giudice e i progetti di costituire società per parteci­pare alle aste del tribunale. Il gip di Brescia do­vrà interrogarla il mese prossimo.

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