Che Expo 2015 scateni gli animi anche a Roma già lo si sapeva, ma ieri sera era uno studio caldissimo quello che attendeva ad Annozero da una parte Letizia Moratti e Lucio Stanca, freschi freschi di riunione con il Tavolo Lombardia, e dall'altra parte Antonio di Pietro e Pierluigi Bersani.
Il nostro sindaco ha attaccato subito stizzita prima Marco Travaglio in merito alla sua introduzione ricordandogli le sue condanne per diffamazione (cosa che tra l'altro i vari ospiti della trasmissione gli ricordano più volte nel corso delle puntate) con un "è così è così" di Brunettiana memoria e poi si è scagliata contro la cognata Milly (Moratti), che nel servizio introduttivo mostrava un palazzo sequestrato del Gruppo Ligresti vicino alla nuova sede della Regione.
Nel servizio introduttivo si faceva riferimento a due delle principali tematiche della puntata: i "palazzinari", così chiamati a più riprese da Di Pietro, e relative speculazioni edilizie e soprattutto, altra tematica piuttosto scottante di cui vi abbiamo parlato spesso, il rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti.
Iniziamo dalla prima parte. I servizi di Annozero attravero interviste a residenti, esperti e assessori (Carlo Masseroli) chiedevano conto del problema del conflitto d'interesse di Diana Bracco, del pericolo cementificazione, degli interessi edilizi dei "soliti noti" (uno su tutti Ligresti) e del coinvolgimento dei "soliti noti" in inchieste per tangenti.
Proprio su quest'ultimo punto si è scagliato Di Pietro.
La Moratti e Stanca hanno difeso fino all'ultimo Expo, contestando i dati forniti da Santoro (Stanca lo ha "bocciato" in ragioneria) sulle condizioni finanziarie delle imprese coinvolte negli appalti edilizi e aggiungendo i dati in loro possesso, soprattutto quelli relativi al verde:
"Milano è la tra le città con una densità minore di costruzioni per abitante, pari a 7,118, a Londra è 12,331, a Barcellona 15,779"
Sottinteso: per quanto ne dica un rappresentante del comitato No Expo, che ha invitato sindaco e ad a "lasciare a casa l'auto blu e prendere i mezzi pubblici" (in merito alle nuove infrastrutture previste, considerate invasive del territorio), Expo cercherà di essere al 50% "verde", come ha detto Stanca.
E lo farà con il "verde verticale" (contestato qualche sera fa anche dal comico Enrico Bertolino che abita in zona Porta Nuova), il recupero delle ex aree ferroviarie e le vie d'acqua. Che quindi sarebbero confermate rispetto a quanto era trapelato qualche giorno fa nell'ambito dei "ridimensionamenti".
Contestati anche i progetti di nuove case, in riferimento a quelle di Citylife. Ci si chiedeva infatti chi riuscirà a permettersi un appartamento da 8mila euro al metro quadro. Ma la Moratti ha comunque rassicurato sulle politiche abitative di Expo e del Comune di Milano.
L'atmosfera però si fa calda quando si tocca il tasto 'ndrangheta e infiltrazioni mafiose.
La Moratti riassume le vicende della commissione antimafia, che è stata bocciata dal prefetto perchè il Comune "non ha le competenze". Ma resta il problema del cosa fare per evitare possibili problemi, dato che, come si è visto dai servizi dei giornalisti della trasmissione, la mafia è ancora più diffusa di quello che appare.
C'è un rischio, lo ammette anche Stanca. La Moratti elogia i collaboratori che lavorano per vigilare sugli appalti e accusa Di Pietro di non aver fatto nulla lui in merito quando era al governo.
Ricorda anche il premio Trasparency consegnato alla città di Milano, come scrive anche Uno e Nessuno. Peccato che ieri in Comune si sia consumata la disfatta definitiva di qualsiasi commissione antimafia: la condanna a morte è stata sancita da 29 sì (tutto il centrodestra), 24 no (l'opposizione) e un'astensione (Manfredi Palmeri).
La Moratti in coda al programma si è lamentata perchè "questa non è Milano". L' "anima di Expo" infatti non è ancora riuscita a venire fuori. Un'anima che comprende persone, progetti, lotta alla povertà e alla fame e quindi non solo speculazione edilizia.
Ma come suggerisce Filcusum, forse è il caso di non abbassare la guardia. Anche perchè oltre alla proccupazione per la 'ndrangheta non sono stati chiariti i dubbi sui tempi ("ce la facciamo" sostiene Stanca; "piani pronti nel 2010" dice la Moratti) e soprattutto sui fondi.