Un vigile furbacchione pensava che non sarebbe mai stato scoperto e quatto quatto per più di sei mesi è andato a casa un'ora prima della fine del turno di lavoro. Ormai era diventata un'abitudine ed era convintissimo che non lo avrebbero mai "pizzicato". Ma ha fatto i conti senza l'oste come si suol dire.
Infatti i suoi colleghi lo tenevano d'occhio da tempo e investigavano sul suo comportamento, che oltre a essere scorretto nei confronti dei cittadini lo era anche nei confronti del Comune, per cui Palazzo Marino ha chiesto un risarcimento al vigile.
Per queste sue "scappatelle" dovrà risponderne anche in sede penale.
Per 186 giorni tra il 2007 e il 2008 il vigile assenteista saltava un'ora di lavoro e la Giunta ha deciso di costituirsi parte civile contro di lui, in seguito a controlli interni effettuati dalla polizia municipale.
L'agente era impiegato all'anagrafe di via Padova e faceva credere, con raggiri e inganni, di essere sul posto di lavoro quando non lo era.
Si tratta di una "violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione, con l'aggravante di aver commesso il fatto a danno di un ente pubblico".
E visto che ha procurato un danno adesso dovrà risarcirlo: contando circa 12 euro per ogni ora di lavoro si raggiunge un totale di 2.319 euro. Il vicesindaco è soddisfatto dei controlli
"Al di là del risarcimento su cui si esprimerà il Tribunale quello che conta è che a Milano i controlli interni della polizia municipale, così come quelli sui dipendenti, funzionano. Alla lunga i 'furbetti' vengono presi. E il messaggio che il Comune vuole lanciare è che non saranno tollerati comportamenti che provocano disagi e danneggiano prima di tutto i cittadini. Che poi sono le vere vittime del cattivo servizio"
Di sicuro sarà contento il ministro Brunetta (che avevamo intervistato qui).