UPDATE! h.15.15
C'è l'identikit dell'aggressore.
Un sabato sera da incubo (tra l'altro era San Valentino) per una ragazza boliviana di 21 anni, che è stata violentata da uno sconosciuto. Il tutto è avvenuto fuori dai Magazzini Generali, una discoteca di via Pietrasanta. Lei esce dal locale qualche minuto prima dell'amico che la accompagnava e si incammina verso l'auto di lui. C'è chi dirà che era la zona ad essere isolata, e nessuno poteva vedere. Va bene, diamo la colpa alla zona se vogliamo sentirci con la coscienza a posto.
Pochi minuti, il tempo di fare gli ultimi saluti, sono fatali. Arriva un'auto di media cilindrata con a bordo un giovane robusto, presumibilmente nordafricano sui 25-30 anni che scende, la prende e la trascina a forza e la porta via. La ragazza è impietrita dal terrore e non riesce a reagire, anche per paura che possa farle ancora più del male. E intanto cerca di stare attenta alla strada. La corsa termina in un autosilo deserto in viale Forlanini.
Negli attimi in cui si consuma la violenza la giovane cerca di opporre resistenza, ma non ce la fa. Per cui, dopo lo stupro, si inventa una scusa: dice di aver fame e il suo aguzzino la porta in un chioschetto di viale Corsica all'altezza di via Lomellina.
Lui scende dall'auto e la chiude dentro, ma lei riesce a chiamare una delle amiche sul cellulare e prima che lui ritorni si mette a urlare e cerca di attirare l'attenzione degli altri avventori del chiosco. Fortunatamente qualcuno prende in mano la situazione e la libera mentre il violentatore scappa prima che arrivino ambulanza e forze dell'ordine. Appena viene portata in ospedale (alla Mangiagalli) non le riscontrano lesioni fisiche.
Ma di sicuro quelle nell'anima, come anche sottolinea il presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (che ha definito il fatto "un omicidio volontario dell'anima"), ci sono e ci vorrà tanto per lavarle via.
Ci eravamo occupati del problema della violenza contro le donne dopo lo stupro sul Passante Ferroviario di una donna di 29 anni e l'aggressione di una ragazza di 25 anni a Quarto Oggiaro, avvenuto nel suo garage di casa. Avevamo intervistato milanesi e pendolari (tra Piazzale Loreto, una fermata dell'autobus e un treno) sulla loro percezione di sicurezza, soprattutto se viaggiano di sera e da sole.
Avevamo parlato dell'emergenza sua con la dottoressa Alessandra Kustermann, responsabile del servizio di Diagnosi prenatale e del Centro soccorso violenza sessuale dell'ospedale Mangiagalli, e con la fondatrice di Telefono Donna, Stefania Bartoccetti. La violenza sulle donne, soprattutto quella domestica, purtroppo è una piaga ancora molto diffusa.
Cosa fare per limitare questa piaga?
Ronde (lo stupratore può benissimo aspettare il passaggio della ronda per colpire), castrazioni (se lo acchiappi) e chi più ne ha più ne metta a parte, forse si deve cambiare in primis la cultura (come ci aveva spiegato la Bartoccetti)
bisogna cambiare proprio la mentalità e l'educazione. Vedi, se ti scippano la borsetta nessuno ti dice nulla; mentre se ti stuprano non riesce a tramontare il luogo comune del "te la sei cercata". E certo l'immagine della donna oggetto della tv e dei media non aiuta ad aumentare il rispetto per le altre. I media hanno una grossa responsabilità e si corre il rischio di una diseducazione piuttosto che di una educazione
E, in secondo luogo, bisogna ASSOLUTAMENTE lavorare sulla certezza della pena. Se c'è gente che compie questi atti è ANCHE perche sanno di rimanere impuniti.