Lo abbiamo già detto su questi lidi, ci ripetiamo: il tecnico del Milan Leonardo merita un minimo di fiducia e un po' di tempo per lavorare, per cui la vittoria e i tre punti ottenuti con la Roma, in rimonta, dopo aver visto il baratro, non possono che farci piacere, per lui. Soprattutto per lui.
In sala stampa, al termine del match vinto 2-1 con i giallorossi, l'allenatore brasiliano ha tirato un sospiro di sollievo che ognuno interpreti come gli pare.
(foto www.acmilan.com)
Considerazioni sparse: primo tempo imbarazzante dei rossoneri, secondo tempo frizzante. Bene. Qualcuno sa spiegare perché? "Non sempre esistono spiegazioni", ha detto proprio Leonardo.
Avevamo pure asserito, e scusateci se ci ripetiamo e autocitiamo, che era inutile sparare sulla "croce rossa" Ronaldinho e che anzi il fuoriclasse brasiliano avrebbe invece potuto accendere la scintilla rossonera, unico, o quasi, con Pato e Nesta.
Ebbene, pur senza tornare a essere, per il momento, il Gaucho visto nel 2005-2006 con la maglia del Barcellona, Dinho è stato decisivo per il gol realizzato, l'assist a Pato e la grande voglia mostrata in campo. Ancora una volta ha cambiato marcia una volta spostato sulla sinistra dell'attacco rossonero, segno che, c'è poco da fare, è quella la posizione in cui rende di più.
Una parte del pubblico milanista, e sottolineiamo una parte, ha deciso, e non certo dalla gara con la Roma, di prendersela solo con Seedorf, beccato ancor prima che potesse toccare il pallone o decidere cosa fare, magari circondato da tre avversari. Il motivo?
Fischi pesantissimi dopo i primi 45' minuti, onestamente sentiti poche volte al Meazza per il Milan. Che siano serviti anche quelli?
Gianmario Bonzi