Il manager coinvolto in un'inchiesta si ritira da un ruolo chiave nell'ateneo milanese.
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Il contesto delle dimissioni
Enrico Pazzali, noto manager e socio di maggioranza dell’agenzia di investigazione Equalize, ha recentemente annunciato le sue dimissioni dal Consiglio di amministrazione dell’università Bocconi. Questa decisione arriva dopo la sua autosospensione dalla presidenza della Fondazione Fiera Milano, un passo che ha sollevato interrogativi sulla sua posizione e sulle implicazioni legate all’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano e della Direzione Nazionale Antimafia (Dna). La lettera di dimissioni è stata inviata direttamente al presidente del Cda, Andrea Sironi, segnando un cambiamento significativo nella governance dell’ateneo.
Le ragioni dietro le dimissioni
Le dimissioni di Pazzali non sono solo una questione di opportunità personale, ma riflettono anche le pressioni esterne legate all’inchiesta in corso. Il manager, che aveva assunto il ruolo di consigliere nel 2022, avrebbe dovuto rimanere in carica fino al 2026. Tuttavia, la sua posizione è diventata insostenibile a causa delle accuse che lo coinvolgono. La Regione, che lo aveva nominato, ha ora il compito di valutare le conseguenze di questa situazione, considerando che nel Cda dell’università sono normalmente presenti tre consiglieri selezionati dalle istituzioni locali.
Prospettive future per Fondazione Fiera Milano
In attesa di ulteriori sviluppi, giovedì è prevista una riunione del Consiglio generale di Fondazione Fiera Milano, dove si discuterà del futuro di Pazzali. Sebbene non si sia dimesso formalmente dalla fondazione, la sua autosospensione e le dimissioni dall’università pongono interrogativi sul suo ruolo e sulla direzione che prenderà l’ente. La situazione è delicata e potrebbe avere ripercussioni significative non solo per Pazzali, ma anche per le istituzioni coinvolte e per l’immagine dell’università Bocconi.