Professionisti sanitari di Milano esprimono preoccupazioni su Area C e parcheggi, chiedendo soluzioni per eliminare costi e limitazioni che ostacolano la loro attività medica e l'accesso ai pazienti
I professionisti sanitari di Milano esprimono nuovamente le loro preoccupazioni riguardo ai problemi creati da Area C e dalla gestione dei parcheggi. Questa denuncia è stata formalizzata in una lettera aperta inviata al sindaco della città, Beppe Sala, dal presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Carlo Rossi. I medici rivendicano l’urgenza di eliminare i costi legati al loro lavoro, affermando di essere costretti a pagare per poter fornire un servizio al pubblico.
Parcheggi e normativa
Per quanto riguarda i parcheggi, il primo aspetto sollevato dai medici riguarda le strisce gialle e blu. Segnalano che l’attuale normativa colpisce l’intero contesto urbano. “Al momento, il medico di medicina generale e il pediatra possono richiedere un pass per la propria area di residenza, oltre a un altro pass per la zona in cui hanno uno studio convenzionato, se questa è diversa dalla prima. In condizioni normali, questa procedura sarebbe accettabile, ma vista la grave carenza di medici, i pazienti tendono a rimanere con i propri dottori, indipendentemente dal cambiamento di residenza, il che costringe i medici a gestire pazienti dislocati in varie zone di Milano”, spiega Carlo Rossi.
Nel 2014 è stata emessa un’ordinanza che consente la sosta per un’ora nelle aree contrassegnate da strisce gialle e blu, a patto che siano esposti il contrassegno dell’Ordine dei medici e il ricettario personale con l’orario d’arrivo. Tuttavia, come sottolinea Rossi, una successiva determina dirigenziale, la 5769/2019, ha previsto l’informatizzazione dei permessi di sosta con registrazione delle targhe, escludendo però il permesso temporaneo dei medici, che resta valido. Questo avviene perché, come spiegato dai funzionari comunali, una determina non può annullare un’ordinanza.
Inoltre, ci sono le sanzioni digitali: “i medici che espongono il contrassegno spesso ricevono multe. Peraltro, se decidono di fare ricorso, la contravvenzione viene revocata in base all’ordinanza. Tuttavia, presentare ricorso comporta un dispendio di tempo per i medici e spesso le spese legate al ricorso superano l’importo della multa, rendendo poco vantaggioso intraprendere tali procedure. Questo li costringe a limitare la loro attività, abbandonando i pazienti al di fuori della zona di sosta”, si evidenzia nella lettera.
Area C e accesso
Relativamente all’Area C, la situazione non è migliore. Nella comunicazione del presidente di OmceoMi si afferma che non sono previste eccezioni per l’accesso legato alle visite domiciliari, costringendo i medici a pagare come ogni altro utente. “In molti casi, sono anche obbligati a cambiare auto in perfette condizioni solo per poter entrare nell’Area C”, conclude Rossi.
I dottori milanesi, in conclusione della missiva, richiedono di “considerare le questioni sollevate e individuare la soluzione che riterrà più adeguata per prevenire difficoltà tanto per i professionisti della salute quanto per i cittadini”.