Nei giorni scorsi, il palazzo recentemente costruito negli incroci di via Bindellina e via Bodoni nel quartiere Canova ha suscitato un acceso dibattito durante il consiglio comunale presso Palazzo Marino. I residenti insoddisfatti si sono riuniti in un comitato per esprimere la loro contrarietà e sono stati rappresentati da tre consiglieri principali: Alessandro Giungi del Partito Democratico, Carlo Monguzzi e Tommaso Gorini di Europa Verde. Hanno immediatamente sollecitato una risposta da Giancarlo Tancredi, l’assessore all’urbanistica.
Giungi, in particolare, si è mostrato molto contrariato, minacciando persino di incatenarsi al cantiere. In risposta, Tancredi ha cercato di calmare le acque, sottolineando i particolari del progetto: il nuovo edificio coprirà solo 1.200 metri quadrati di area lorda edificabile, avrà meno di 15 metri di altezza (circa quattro piani) e subirà solo demolizioni e ricostruzioni parziali.
Inoltre, Tancredi ha ribadito che, in seguito alla serie di indagini della procura di Milano sui supposti abusi edilizi, la costruzione non necessita di un permesso, ma basta una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), che in questo caso ha già ottenuto l’ok dalla commissione paesaggio. Tuttavia, tali rassicurazioni non sembrano aver placato l’indignazione dei residenti locali e dei consiglieri del partito.
Senza la necessità di un’analisi dell’impatto ambientale o di uno studio sul traffico, la questione si complica con i costi di urbanizzazione. Considerando vari fattori, come i costi primari e secondari, si arriva a una cifra superiore ai 150mila euro, cifra che sarà verificata alla conclusione dei lavori. Non è stato comunicato dall’assessore quando inizieranno presumibilmente i lavori.
“Alla costruzione mi lego con catene”
Giungi reagisce con indignazione dopo aver ascoltato le spiegazioni. “Stanno stravolgendo un intero quartiere”, risponde, “e questi sono i costi per l’urbanizzazione? E ancora, la divisione del terreno per la costruzione è stata eseguita mediante un notaio, senza passare per il consiglio comunale?” ha domandato, facendo riferimento ad un presunto reato menzionato in diverse investigazioni recenti: l’abuso di suddivisione del territorio. “Non possiamo lasciar passare questa situazione. Ascolteremo l’opinione del Municipio 8, che sappiamo essere contrario all’operazione. Non appena inizieranno i lavori, mi troverete legata con una catena davanti al cantiere”.