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Beppe Sala si oppone agli elevati costi d’affitto a Milano: “Un progetto per alloggi a prezzi ragionevoli”

Beppe Sala, il sindaco di Milano, presenta un’idea per combattere l’elevato costo degli affitti a Milano: un piano per creare 10mila case abbordabili. Durante l’assemblea annuale di Assimpredil Ance, Sala ha sottolineato la necessità di offrire case a costi tra i 40 e i 90 euro al metro quadrato all’anno, per venire incontro alle necessità della popolazione che lotta con i prezzi proibitivi del mercato immobiliare milanese.

Il Comune di Milano, in collaborazione con il settore privato, sta sviluppando un Piano casa che mira a creare nuovi appartamenti a costi accessibili. Tuttavia, deve ancora essere determinato se l’iniziativa è compatibile con un adeguato ritorno economico per gli investitori. Il Comune sta esplorando varie possibilità di sostegno, tra cui la mobilitazione di aree pubbliche, per facilitare l’implementazione del piano.

Parallelamente, ci sono discussioni in corso riguardo all’alloggio sociale, con un focus particolare su coloro che guadagnano tra 1500 e 2000 euro al mese e non possono permettersi affitti superiori ai 500 euro mensili, ha spiegato Guido Bardelli, l’assessore alla Casa del Comune di Milano.

Infine, vi è il tema delle case popolari. Circa 2800 appartamenti di proprietà comunale, gestiti da Mm, sono attualmente vuoti e richiedono ristrutturazioni. Bardelli ha riconosciuto che il Comune “non riesce a gestire” la situazione, quindi sta cercando modi per aumentare l’offerta e riorganizzare le proprietà pubbliche, soprattutto in centro città.

Secondo Sala, a seguito delle indagini avviate dal pubblico ministero di Milano, non ci sono aggiornamenti significativi, “Finora, non abbiamo riscontrato un esodo di investitori da Milano, tuttavia è indiscutibile che il mercato si è arrestato”. Il sindaco ha riferito alcuni dettagli: “Dopo un breve periodo di massima bonifica”, i numeri “mostrano un calo considerevole tra il 7 e l’8%, attribuibile anche a queste difficoltà. Sicuramente ad oggi non possiamo descrivere il settore come in espansione”. Nonostante non ci siano dati accurati per determinare quanto il settore si sia rallentato, la situazione sembra piuttosto chiara: “Anche come leader di un ente di governo, penso a coloro con cui collaboro, che nel corso degli anni hanno seguito le indicazioni politiche, senza avere nulla a che fare con queste, ma sono anche loro che stanno subendo le conseguenze” di queste indagini.

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