Se San Siro fosse ceduto a proprietari privati, non sarebbe automaticamente sotto restrizioni nel 2025. Inoltre, le limitazioni sul secondo anello potrebbero essere solo parziali per facilitare una rifunzionalizzazione. Questo è il risultato di una discussione che ha avuto luogo a Palazzo Marino martedì mattina tra il sindaco Beppe Sala, il sovrintendente Emanuela Carpani e i rappresentanti di Milan e Inter, che sono interessati all’acquisto di Meazza e le aree circostanti, ma vogliono costruire un nuovo stadio invece di rinnovare l’esistente.
L’ipotesi che le restrizioni potrebbero essere allentate se San Siro diventa proprietà privata è stato un argomento di discussione durante una sessione di consiglio comunale intensa e interrotta a Palazzo Marino lunedì, in cui il centrodestra ha richiesto la presenza del sindaco per discutere gli ultimi sviluppi e ha occupato sia l’aula che i banchi del governo.
Sala ha dichiarato, al termine di un evento, che non parlerà più “finché non ci sarà qualcosa di concreto. Assisterò alle discussioni perché ci credo, è il mio dovere e una possibilità che difenderò, ma da adesso in poi preferisco astenermi dal commentare fino a quando non ci sia qualcosa di concreto da discutere”.
Dopo aver riflettuto durante l’estate, le squadre di calcio Milan e Inter hanno respinto la proposta di WeBuild per il rinnovamento dello stadio Meazza, ritenendo il progetto irrealizzabile a costi accessibili. Le squadre hanno poi reso noto il loro desiderio di costruire un nuovo stadio a San Siro, mantenendo allo stesso tempo lo stadio Meazza, nonostante dal 2025 possa essere soggetto a restrizioni. La Milan e la Inter hanno però richiesto due specifiche informazioni: il prezzo di vendita dello stadio Meazza e delle aree circostanti, che sarà determinato dall’Agenzia delle Entrate, e in secondo luogo, cosa esattamente potrà essere fatto per attribuire nuove funzioni allo stadio Meazza in vista delle future restrizioni. L’incontro di martedì è stato organizzato proprio per discutere questi aspetti. Infine, Scaroni ha affermato: “Il Milan si concentra su S. Donato, ma è aperto ad altre possibilità”.
Al pranzo della Uefa, Paolo Scaroni, il presidente dell’AC Milan, ha ripreso il discorso riguardante l’idea di uno stadio al San Siro. L’altro sabato, aveva dichiarato che la costruzione di uno stadio a San Donato Milanese avrebbe la precedenza per il club rossonero, temperando l’euforia di alcuni su un nuovo stadio a San Siro. Scaroni ha sottolineato l’impegno del Milan per la costruzione di un nuovo stadio e la necessità di esaminare tutte le proposte a disposizione. Questo, ha aggiunto, sarebbe fatto con un alto senso di responsabilità verso i tifosi e con l’obiettivo di rendere il club più competitivo a livello mondiale. Scaroni ha ammesso che il progetto di ristrutturazione non rispondeva a alcuni requisiti cruciali del club, nonostante fosse di alta qualità. Infine, Scaroni ha affermato che il club continuerà a investire nel progetto a San Donato ma rimane aperto alle proposte del Comune di Milano. Ha tenuto una conferenza pubblica sullo stadio e i concerti.
Mentre i più determinati oppositori al progetto di costruzione di un nuovo stadio a San Siro stanno preparandosi per la battaglia, Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, ha esortato il consiglio comunale a prendere una posizione ferma: “Il Comune deve fornire una direzione chiara: dovremmo rinnovare San Siro, considerando che è assolutamente fattibile, e il sindaco dovrebbe portare avanti questa posizione con determinazione e chiarezza”, ha affermato martedì. “La città non può essere soggetta ai capricci delle squadre di calcio”. Nel frattempo, Enrico Fedrighini, membro del gruppo misto, ha programmato un incontro pubblico domenica dalle ore 10 alle 12 nella piazza Santa Maria Nascente a QT8. All’evento parteciperanno vari architetti che in passato hanno proposto progetti di ristrutturazione per il Meazza. Durante l’incontro si discuteranno anche i concerti alla Maura e il futuro di questo impianto.
Dal canto suo, Alessandro Giungi del Pd si è espresso che molti membri del consiglio comunale vorrebbero affrontare la questione dello stadio attraverso un dibattito mirato: “La situazione è cambiata, e come abbiamo discusso prima circa la demolizione dello stadio, poi della sua ristrutturazione e infine sulla possibilità di mantenere San Siro e costruire un nuovo stadio, dobbiamo avere un altro dibattito, considerando che l’abbiamo fatto anche in precedenza per altre questioni”.