È possibile esportare il ‘modello’ Milano a livello lombardo? Necessaria una profonda riflessione: le Regionali sono ormai dietro l’angolo.
Le keywords sono evidenti: coalizione larga, battaglia sulla sanità e concretezza pragmatica.
Secondo Bruno Tabacci, eletto in un uninominale milanese, il centrosinistra potrebbe vincere anche in Lombardia se avanzerà proposte di qualità. D’obbligo una coalizione che coinvolga moderati e Cinque Stelle. “I temi devono essere forti e radicali” precisa Pierfrancesco Majorino, europarlamentare dem. Per Stefano Boeri bisogna “ripartire dalle origini, perché non sappiamo più descrivere la società e le sue disuguaglianze”.
Sergio Scalpelli, nome del riformismo milanese, ritiene che esportare a livello regionale un sistema politico come quello del capoluogo lombardo “non sia semplice e non sia certo un processo automatico”. Necessario allargare il fronte, parlare anche agli elettori di centrodestra.
Alle ultime Amministrative in Lombardia sono stati eletti sindaci con formazioni che abbracciavano la sinistra, i moderati e i Cinque Stelle.
Tra questi spicca Andrea Furegato, giovane Dem che a Lodi ha ottenuto ottimi risultati: “I capoluoghi lombardi dicono che il centrosinistra ha una classe dirigente credibile con proposte che incontrano la fiducia dei cittadini.
Questo è un modello che deve puntare su tutto l’elettorato lombardo, compresi i residenti dei Comuni più piccoli”.
Piero Bassetti, primo Presidente della Regione Lombardia, dal 1970 al 1974, afferma: “Il centrosinistra deve evitare i populismi e proporre un discorso riformista, stringendo subito un’alleanza con Calenda. Serve costruire una proposta politica che risponda alle esigenze socioculturali di tutta la regione“.
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