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Una Milano “Più semplice, più connessa, più verde e più giusta”.
Scopriamo il programma elettorale.
L’idea di Beppe Sala è una “città a 15 minuti“, dove “i quartieri prendono più vita e un ruolo, e dove portiamo i servizi adeguati”. Ovviamente le priorità per Milano saranno “La sostenibilità e la ricerca del lavoro”. La Milano del futuro sarà una “Milano sempre più verde”, con un aumento delle Zone a 30 chilometri all’ora con “rilevatori elettronici” per controllare il rispetto dei limiti di velocità e una diffusione delle aree a traffico limitato.
Inoltre, la volontà di coinvolgere i giovani in un servizio civico comunale per rendere ‘Milano sempre più giusta’, in aggiunta ad una norma simile a quella già sperimentata ad Amsterdam, Parigi e Berlino per “limitare gli affitti a breve termine”. Impossibile non disegnare un futuro assessorato ad hoc, facendo sorgere in ogni Municipio una “Casa della Salute” e sul tema sicurezza è garantita l’assunzione di 500 nuovi vigili.
Il sindaco di Milano ha pubblicato online sul suo sito -www.beppesala.it- il programma elettorale del centrosinistra. Il documento è il risultato di un lungo confronto tra le proposte delle otto liste che compongono la coalizione (Pd, Beppe Sala sindaco, Milano in Salute, Radicali, Milano Unita, i Riformisti, Europa Verde, Volt). Sala dichiara “noi rappresentiamo ancora e sempre l’unica e vera novità politica per Milano, anche a costo di essere in discontinuità con noi stessi.
Noi chiediamo alla città di rinnovarci la fiducia non semplicemente per completare il lavoro fatto nei primi cinque anni, ma per realizzare la nuova Milano protagonista del post Covid“.
Tra i principi irrinunciabili vi sono l’antifascismo, l’equità sociale e il valore dell’ambiente. La chiave del successo per i prossimi cinque anni sarà sicuramente l’incorruttibilità, necessaria per gestire con “correttezza” e “trasparenza” i fondi del Pnrr; si aggiunge anche la capacità, già dimostrata nei fatti da Sala con Expo e con l’amministrazione del Comune, la traduzione degli investimenti in opere utili alla città garantendo “il rapporto tra leggi, tempi e risorse”; infine, non poteva mancare l’indipendenza, perché “Milano non ha bisogno di governanti yes men o yes women nei confronti dei potentati che li hanno eletti, a cominciare da Arcore e dintorni”.
Milano dovrà essere anche il più digitale possibile, in grado di offrire opportunità di lavoro in ogni zona “dislocando le imprese” e creando nuove sedi di co-working.
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