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Riapertura scuola a settembre, Sala: “Ci vuole un ministro esperto”

La riapertura della scuola a settembre è ancora un'incognita e il Sindaco di Milano Beppe Sala non ci sta: "Servono persone esperte".

Non si hanno ancora certezze sulla riapertura della scuola a Settembre. Il Sindaco di Milano Beppe Sala ha espresso la sua opinione durante un’intervista al Corriere e non ci è andato leggero. “Per guidare macchine complesse ci vogliono persone esperte” dice, riferendosi all’operato del Ministro all’Istruzione Lucia Azzolina.

Riapertura scuola a Settembre: “Scelta politica”

Secondo il primo cittadino di Milano la situazione Coronavirus ha già creato troppe disuguaglianze nell’ambito scolastico ed è ora di dare risposte precise sul futuro. A suo parere la responsabilità è tutta del Governo che si sarebbe adagiato troppo sulla scusa delle decisioni prese dalla scienza. Come mai negli altri paesi europei sono già tornati sui banchi mentre noi non abbiamo ancora certezze? Si domanda. “Per esempio il sindaco di Copenaghen mi ha detto che darà una parte degli uffici comunali alle scuola per garantire il distanziamento. Ma noi siamo sempre diversi“. Il timore principale di Sala è che si possa decidere di di riprendere le lezioni dopo il 20 settembre, quindi dopo le elezioni.

Altro quesito se lo pone parlando dell’operato della task force creata appositamente dal Ministro Azzolina, che non avrebbe mai reso pubblico il proprio operato. “Il problema di noi politici è che quando non riusciamo a fare le cose diamo la colpa alla macchina che non ne permette la realizzazione. A capo delle organizzazioni ci devono essere persone in grado di gestire la complessità“. In conclusione racconta come la città di Milano, duramente colpita dalla pandemia, stia cercando di risolvere la situazione per bambini e giovani. Prime su tutte le Summer School che apriranno nei primi giorni di luglio e che ospiteranno circa 10 mila bambini per un mese e mezzo. Poi i 200 milioni stanziati per la realizzazione di 9 nuove strutture scolastiche. “Non vogliamo arrenderci all’idea che non si può fare niente“.

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