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Roberto Formigoni e le firme false per il listino bloccato

Roberto Formigoni, come leggiamo sul Corriere, nei giorni scorsi ha difeso a spada tratta la sua elezione:

“La validità della mia elezione è dovuta al popolo sovrano che ha scelto Formigoni preferendolo a qualsiasi altra soluzione. Consiglio a tutti di evitare di anticipare le sentenze. Ci sono ipotesi accusatorie che dovranno tutte essere verificate, in questo momento sta parlando l’accusa, ma ci sarà il momento in cui parlerà la difesa e poi un giudice terzo dovrà giudicare”

Venerdì scorso però quattro consiglieri provinciali sono finiti sotto inchiesta per ‘falso ideologico’: i magistrati infatti hanno individuato 770 firme contraffatte a sostegno del listino bloccato “Per la Lombardia” di Roberto Formigoni e della lista del Pdl “Berlusconi per Formigoni”.

Gli indagati, riporta il Corriere, in tutto sono 14

“e coinvolgono anche consiglieri di altre province e di altri Comuni lombardi. Ma non ci sono consiglieri di Palazzo Marino. Tra gli indagati anche il sindaco di Magenta, Luca Del Gobbo. I quattro consiglieri che hanno autenticato le firme, ieri già convocati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, sono Barbara Calzavara, dipendente della Regione e vicepresidente della zona 2, Massimo Turci, ex An, capogruppo del Popolo della libertà a Palazzo Isimbardi, l’avvocato Nicolò Mardegan e Marco Martino di area ciellina. Tutti del Pdl”

I Radicali, che avevano presentato l’esposto in Procura con Marco Cappato, fanno sapere:

“È una truffa elettorale che non può che configurare il reato di associazione a delinquere contro i diritti civili e politici dei cittadini. Al di là delle responsabilità giudiziarie non c’è alcun dubbio su chi sia l’unico vero responsabile politico della truffa: Roberto Formigoni. Che ci ha accusato di aver manomesso i moduli. Formigoni chieda scusa e si dimetta

Ma Formigoni non ci pensa proprio.

(fonte immagine)

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