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Una manifestazione a Milano contro le nuove norme sull’immigrazione introdotte dal governo e in particolare contro la possibilità di respingere i migranti in mare.
Tantissimi gli stranieri: senegalesi, cingalesi, latinoamericani, ma presenti anche esponenti di Emergency, dei centri sociali, di Sinistra critica e Rifondazione comunista. Il corteo è partito dalla Stazione Centrale e ha raggiunto piazza Duomo allo slogan della campagna “Da che parte stare”, «contro la crisi, contro il razzismo e per i diritti dei migranti». Obiettivo principale dei cori è il ministro dell’Interno Maroni, mentre gli striscioni prendono di mira il pacchetto sicurezza approvato dal Parlamento. Tra i cartelli, uno propone una “lezione di matematica” che sommando la figura del leader della Lega Umberto Bossi a quella del presidente della Camera Gianfranco Fini dà come risultato l’immagine di Adolf Hitler.
Nessuno incidente segnalato. Ma sorgono spontanee alcune riflessioni. Il razzismo è sempre vivo e presente nel nostro Paese, tuttavia si stanno compiendo passi avanti per arrivare finalmente ad una società multirazziale. Certamente vergognosi ed ingiustificati gli strilli della Lega sui posti sugli autobus per i milanesi, che troppo ricordano l’aparheid dell’America degli anni ‘50.
Ma sono necessari per forza di cose dei provvedimenti che regolino il flusso dell’imigrazione nel nostro Paese, per poter dare a tutti coloro che vengono regolarizzati possibilità concrete di inserimento nel mondo del lavoro e in Italia. Nessuno gridò allo scandalo quando civilissimi Paesi nostri vicini, come la Germania, negarono, in opposizione alla normativa europea, l’ingresso nei loro confni dei cittadini rumeni, appena entrati nella comunità. Sacrosanto e sancito dalla nostra costituzione il diritto di manifestazione e di espressione delle proprie idee, ma con i diritti vengono anche i doveri: quanti dei cinquemila di ieri (stime della questura) hanno un lavoro fisso, una casa e pagano le tasse ( e non mi riferisco solo agli immigrati)?
Il vero alleato del razzismo è il buonismo fine a se stesso.