Due opere che esplorano la storia e le ingiustizie della società italiana.
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Un artista senza confini
Ulderico Pesce, noto per il suo approccio audace e provocatorio, torna a calcare le scene del Teatro Menotti di Milano con due spettacoli che promettono di scuotere le coscienze. Con una carriera che si distingue per l’impegno sociale e politico, Pesce si presenta come un artista che non si lascia incatenare da etichette, ma che continua a esplorare le pieghe più oscure della società italiana.
Il primo spettacolo: “Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia”
Il primo appuntamento è fissato per martedì con “Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia”, un’opera scritta in collaborazione con il giudice Ferdinando Imposimato. Questo spettacolo affronta uno dei momenti più drammatici della storia italiana, il sequestro di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, e le conseguenze che ne seguirono. Pesce, con la sua consueta onestà intellettuale, riesce a mettere in luce le responsabilità dello Stato e dei politici dell’epoca, offrendo una riflessione profonda su un tema che, sebbene inflazionato, merita di essere rivisitato con attenzione e rigore.
Il secondo spettacolo: “I sandali di Elisa Claps”
Mercoledì 13, il pubblico potrà assistere a “I sandali di Elisa Claps”, una prima milanese che affronta la tragica vicenda di Elisa Claps, una sedicenne uccisa nel 1993. Con la fisarmonica di Pierangelo Camodeca a fare da sottofondo, Pesce racconta una storia di omertà e complicità, dove il corpo della giovane rimase nascosto per 17 anni. Questo spettacolo non è solo un atto di denuncia, ma anche un invito a riflettere sulle ingiustizie che ancora oggi affliggono la nostra società.
Un teatro che fa riflettere
La presenza di Ulderico Pesce al Teatro Menotti non è solo un’opportunità per assistere a spettacoli di alta qualità, ma rappresenta anche un momento di riflessione collettiva. Attraverso la sua arte, Pesce riesce a far emergere emozioni profonde, stimolando il pubblico a confrontarsi con la realtà della cronaca e della politica. In un’epoca in cui il teatro civile sembra essere sempre più raro, la sua voce si erge come un faro di speranza e verità.