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Andrea Avaldi: “Ho girato il mondo ma Milano è la mia città”

Una brillante carriera oltreoceano: Andrea Avaldi si è raccontato nell'intervista a Notizie.it | Milano.

andrea avaldi
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Laureato in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano, Andrea Avaldi ha avuto numerose esperienza lavorative di rilievo. Passando per il mondo delle barche da competizione è arrivato a lavorare nel team per la progettazione delle strutture della capsula Dragon 2. A Notizie.it | Milano ha raccontato il rapporto con la città e con il suo particolare lavoro.

Intervista ad Andrea Avaldi

Al momento vivi a L.A. ma sei di gran schiatta meneghina. Ti manca mai Milano ed ogni quanto ci vieni? La trovi cambiata ogni volta che torni?

Certo ho girato un po’ per il mondo e ho lavorato e vissuto in Europa, Stati Uniti e Nuova Zelanda. Tutti posti bellissimi certamente, ma Milano è la mia città. Nasco milanese e rimango milanese indipendentemente da dove mi trovi. In epoca pre-pandemica tornavo almeno 2 volte all’anno ora è più difficile ma comunque mi tengo aggiornato sui nuovi progetti architettonici e culturali. Frequento un paio di siti web milanesi molto ben informati al riguardo.

Ti sei laureato al Politecnico in ingegneria aeronautica ed oggi si disegnando le strutture della capsula Dragon 2 (il progetto che vede il geniale Elon Musk a braccetto con la NASA) che permettono di resistere alle sollecitazioni del volo nello spazio. Non ti tempesto di domande perché so che l’argomento è top secret però puoi parlarci della tua carriera e ripercorrerla.

Ho sempre amato i razzi e l’esplorazione spaziale forse anche perché uno dei miei primi ricordi d’infanzia è quello di mio papà che mi sveglia per farmi seguire in diretta l’allunaggio nel luglio del 1969. Che notte quella notte’ e avevo solo 4 anni. La mia carriera scolastica si svolge tutta a Milano. Elementari tra il Corvetto e San Luigi, medie Porta Romana e liceo Scientifico Einstein in zona piazzale Lodi.

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Pensi che essere nato a Milano e avendo conseguito la laurea al Poli in Igegneria Aeronautica ti abbia dato una migliore base di partenza rispetto a una altra città?

Il Poli è stato un periodo molto bello ed intenso. La sede era ancora solo in piazza Leonardo e le aule erano piuttosto austere. Quando poi mi sono mosso al Dipartimento di Aerospaziale in via Golgi mi sembrava di essere già in California per quella sua architettura futuristica (per il suo tempo) un po’ stile aerospace anni 50.

Confrontando il tipo di insegnamento che ti propone rispetto a quello di altri colleghi in giro per il mondo ho potuto notare come privilegi una conoscenza scientifica di base molto più rigorosa di quella di altri atenei e questo mi ha permesso di poter spaziare ( lo spazio e’ sempre nei miei pensieri ahah) in diversi campi della progettazione. Forse arrivi meno pronto su specifici argomenti ma poi ti riprendi il tutto con gli interessi. Una qualità degli ingegneri e quella di essere curiosi verso il mondo: il Poli mi ha dato gli strumenti per poterlo fare.

Subito dopo il servizio militare, sempre a Milano alla base di Linate, mi sono mosso a Torino per lavorare al Centro Ricerche Fiat su progetti automobilistici. Da li ho sempre progettato veicoli di vario tipo con una parentesi piuttosto lunga di 12 anni nel settore delle imbarcazioni a vela da competizione tipo giro del mondo e Coppa America ovviamente con la milanesissima Luna Rossa. Pensa che per un certo periodo avevamo gli uffici di progettazione in zona scalo Romana dove adesso Prada ha la sua Fondazione. Ma come diceva il buon Ray Bradbury in uno dei suoi racconti ” .. ma i razzi ci piacevano di più”. Così eccomi a Los Angeles a progettarli.

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Da lettore di fantascienza cosa si prova a progettare razzi?

Diciamo che ho sempre ‘progettato’ razzi sin da piccolo e la fantascienza è stata ed è una letteratura importante che mi permette di fare quei what if analysis che sono così importanti per chi progetta. Con la fantascienza sono già stato su molti di quei mondi lontani, anche se solo con la fantasia, che spero l’umanità possa visitare in futuro. Magari su astronavi che ho contribuito a progettare.

Un milanese che per te è stato importante?

Credo sia difficile sceglierne uno ma credo di poter dire che Leonardo, milanese d’adozione come nella migliore tradizione dell’accoglienza meneghina, sia stato uno dei più importanti. Ingegnere ante litteram che coniugava scienza tecnica ed arte.

Leggi anche la precedente intervista della rubrica Bella Milano

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