La mappa e la storia del Parco delle Basiliche di Milano.
Ogni grande città ha dei grandi parchi, così affascinanti e pieni di storia tanto quanto le città stesse. È una delle debolezze dell’uomo che nonostante progredisca a livello tecnologico non riesce proprio a staccarsi dagli ambienti verdi, ed in mezzo a grattacieli e grandi costruzioni si riserva un area verde dove ristabilire i vecchi contatti con madre natura.
Parco delle Basiliche
Ne troviamo uno in particolare non troppo distante dal centro di Milano. Il parco Papa Giovanni Paolo II viene anche chiamato il parco delle basiliche in quanto divide, appunto, la basilica di San Lorenzo dalla basilica di Sant’Eustorgio con un ampio spazio verde che comprende via Molino delle Armi, piazza della Vetra, via Vetere e via Santa Croce, raggiungibile sia in tram (2, 14) sia in autobus (94), oltre che, ovviamente, a piedi per gli amanti delle passeggiate.
Però non è sempre stato così come lo vediamo al giorno d’oggi, prima dell’inizio dei primi lavori di riqualificazione nel 1925 era un terreno paludoso alle spalle di San Lorenzo che a sua volta era circondata da vecchi e fatiscenti immobili senza valore; Con la prima riqualificazione, bonificando la palude ed eliminando gli edifici abbandonati si creò un’area aperta all’interno dei vertici della stessa Basilica di San Lorenzo, delle omonime colonne e di piazza Vetra.
Ma il vero progetto che porto alla nascita dell’area verde come la possiamo vedere al giorno d’oggi risale al dopoguerra. Con il lavoro degli architetti Bagatti Valsecchi e Grandi, l’area tra i due antichi templi (Le colonne di San Lorenzo e i ruderi dell’anfiteatro romano) diventò una passeggiata archeologica che diede ancora più prestigio al parco. Ad oggi il parco delle basiliche è circondato da dieci ingressi, collocati intorno al 2000 in occasione del Giubileo, momento storico in cui il parco prese il nome di Giovanni Paolo II.
I punti di interesse
In tempi lontani i malfattori della città venivano decapitati nell’area del parco, a testimonianza di ciò possiamo trovare una statua dedicata a San Lazzaro (protettore dei sofferenti) proprio nel punto in cui sorgeva il patibolo.
Ma di certo non è l’unico motivo per cui la gente andava sin lì, non a caso la via che divide in due il parco ha ancora un curioso nome, reduce degli anni e che riesce a dirci più di quanto possiamo vedere. Via Molino delle Armi era infatti una delle zone dove si intrecciavano canali, navigli, ponticelli e fiumi che venivano utilizzati dalle concerie e dalle botteghe degli armaioli che, nell’Europa del quindicesimo secolo erano famosi grazie alla loro produzione di armi da parata conosciute in ogni dove per la raffinatezza e la bellezza. L’unica struttura che gli occhi della gente di quell’epoca vedeva e che noi possiamo ancora vedere alla stessa maniera (anche se molto più in là negli anni) è Porta Ticinese, che, insieme alle ormai scomparse mura circondate dagli stessi corsi d’acqua usati dai mulini degli armaioli, fungeva da ingresso tra la città medievale di un tempo e l’aperta campagna. È curioso passare la Porta Ticinese per recarsi all’omonimo corso sapendo che un tempo era invece attraversata per raggiungere la città di Pavia.
Ma il punto focale del nostro viaggio ai parchi delle basiliche non possono che essere le basiliche stesse. La Basilica di San Lorenzo, quella più vicina al centro storico, ci regala uno spettacolo fiabesco per la sua affasciante struttura multiforme; Torreggia sul parco l’immensa cupola cinquecentesca che è circondata a sua volta da torrette e cappelle che, appunto, hanno diverse forme e che rendono unica la Basilica di San Lorenzo. Dentro una di queste cappelle (la Cappella di Sant’Aquilino) sono custoditi addirittura dei mosaici che risalgono all’arte paleocristiana.
Dall’altra parte troviamo la Basilica di Sant’Eustorgio che prende il nome dal vescovo che portò a Milano le reliquie dei Re Magi, reliquie che tutt’ora sono custodite nella Basilica. Al contrario dell’aspetto eccentrico di quella di San Lorenzo, la Basilica di Sant’Eustorgio si distingue invece per le forme più spigolose e per l’elegante e slanciato campanile.
Due strutture molto diverse tra loro che hanno regalato al parco una storia affascinante, che sopravvive negli anni.