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Gilardoni Gramegna Real Sound: “Il Casoretto ha fatto la storia di Milano”

"La musica è in eterna evoluzione": l'intervista a Roberto Gramegna ed Ettore Gilardoni.

gilardoni gramegna real sound
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Lo studio Gilardoni Gramegna si trova in via Casoretto 8, vicino a piazza Durante, in un bello e spazioso seminterrato di circa 130 mq ed è stato progettato durante gli anni d’oro della musica indipendente appositamente per registrare generi musicali molto diversi, ma con il “live” in mente; c’è una regia A molto grande e comoda (30mq circa) e una sala di ripresa principale bella ampia con una cabina separata per le batterie a parte. Attraverso un corridoio e una piccola area relax si accede poi alla regia B, anch’essa di una 40ina di mq, dove c’è poi una seconda cabina che usiamo per registrare sessioni più ristrette.

A Notizie.it | Milano Roberto Gramegna ed Ettore Gilardoni hanno raccontato cosa c’è dietro il loro lavoro e come vivono la città.

Intervista a Gilardoni Gramegna Real Sound

Il Real Sound fondato dal Roberto Gramegna, allora si chiamava New Hamil, parecchi anni fa, ed infatti è uno degli studi di registrazione più antichi e longevi di Milano. Quando è nato e quando sei entrato Ettore e perché ha cambiato nome?

Roby: All’inizio nel 1981 eravamo in tre soci e lo studio era stato battezzato Hammill studio in onore di Peter Hammill (avevamo pure chiesto il suo permesso e lui ci aveva risposto con una lettera che approvava!). All’epoca siamo stati i primo studio con sala prove in cuffia, ovvero se volevi entravi a suonare ed uscivi con una cassetta con registrate le tue prove: ai tempi fantascienza! Gli studi erano quasi tutti di proprietà delle case discografiche ed inaccessibili all’ambiente underground…forse proprio per questo eravamo sempre pieni di gente incredibile e personaggi da film: probabilmente non esiste nessuna band milanese indipendente che non abbia registrato un demo da noi…i Rappresaglia tanto per dire hanno registrato il primo 45 giri proprio all’hammill nell’82, e non sono gli unici! Ad un certo punto ci siamo divisi ed è nato il New Hammill che con questo nome e la stessa filosofia ha continuato fino al 2000, anno in cui mi è venuta la malsana idea di cambiare nome! Voglia di rinnovarsi unita a totale follia! Da allora abbiamo continuato come semplice studio fino al 2012, anno in cui ci siamo evoluti ed in un certo senso espansi, diventando anche associazione culturale e sede di due etichette. La Maciste Dischi è nata proprio qua da un’idea di Ette e Antonio “gno” Sarubbi, che adesso gestisce questa bella realtà nazionale in proprio, mentre noi siamo rimasti ancorati alle “nicchie” e ai personaggi da film!

Ette: Io venivo in studio come cliente fin da quando avevo 19 anni, poi ad un certo punto, credo che fosse il 96, roby cercava un aiuto per la sala prove e un assistente tuttofare e io mi sono offerto. Studiavo all’università di architettura (nel 2000 mi sono poi laureato e ho anche fatto il direttore di cantiere per un certo periodo prima di decidere che preferivo vivere delle mie due passioni: musica e moto d’epoca) perciò per avere due spicci in più ho cominciato a smanettare in regia. Ho fatto tutta la gavetta classica perché scuole non ne esistevano…dal fare il caffè a produrre una album per artisti internazionali e ritorno ahahaha!

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Roberto te vieni dalla musica dance ed é un nome di una certa notorietà mentre te l’Ettore viene musicalmente dalla seconda ondata punk , quale è il vostro trait d’union , come riuscite ad essere complementari?

Roby: Innanzitutto per ragioni principalmente anagrafiche ho vissuto maggiormente il periodo in cui l’elettronica è entrata prepotentemente e in modo assolutamente innovativo nella musica dell’epoca. Mi riferisco ovviamente agli anni 80. In quegli anni io già lavoravo in studio ed era pressoché impossibile non essere travolti da gruppi di origine new wave ed elettro pop. Poter acquistare un moog, un Roland jp8, un Yamaha dx7 significava essere al passo coi tempi e quindi era impossibile non venire rapititi da quelle nuove sonorità. La dance è stata più una casualità commerciale che oggi guardò e ricordo con affetto.

Comunque quel periodo fino a tuttti gli anni 90 le produzioni soprattutto con un alto livello di elettronica erano curate in modo maniacale, i budget erano cospicui e il mercato fiorente, quindi l’ imprinting lavorativo era molto basato sulla possibilità di sperimentare. Io e Ettore ci siamo molto integrati perché abbiamo esperienze e gusti musicali opposti ma complementari; diciamo che in in studio ognuno arricchisce con la propria esperienza la visione della musica e del lavoro . Certo ogni tanto ci scanniamo un po’ come in ogni gemellaggio o coppia creativa e lavorativa, ma sempre con l’intento di migliorare il prodotto da mettere a disposizione di chi sceglie il nostro studio per le proprie produzioni.

Siamo entrambi professionisti completi ma quando parliamo di chitarre, ampli, effettistica e sonorità Ettore ha una cultura enorme, mentre io sono più portato a seguire altri aspetti della produzione come voci , arrangiamenti di elettronica e mastering.

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Ette: Come dice Roby fortunatamente, nonostante gusti diversissimi a livello musicale, riusciamo ad integrarci bene; venendo dagli anni 80 delle produzioni certosine e della cura maniacale del dettaglio lui sicuramente sulle voci pop o nei mastering di fino è imbattibile…io sono più portato per la registrazione e la ricerca del suono: essendo sempre stato un maniaco della musica ne ho masticata parecchia, ma soprattutto al di fuori del mainstream. Quindi ci completiamo e non ci diamo troppo fastidio…poi siamo tutti e due interisti!

Il Real Sound è in un quartiere di Milano che è il Casoretto. Molti che non conoscono bene Milano la vedono come un metropoli e sicuramente lo è ma chi conosce Milano sa che è formata da tanti quartieri e questi una volta erano paesi e per certi versi ne mantengono ancora le caratteristiche pur adeguandosi ai tempi. Voglio dire che al Casoretto c’è un riuscito melting pot senza tensioni sociali e sembra per il momento essere risparmiato dalla gentrificazione che si è abbattuta su certe zone di Milano come ad esempio Nolo. Seconde te perché ?Raccontateci come vivete il quartiere e come lo studio si inserisce nel quartiere.

Ette: Effettivamente il Casoretto è una zona che è stranamente rimasta con uno spirito inalterato fino ad oggi: c’è la chiesa, i negozietti di quartiere, i vecchi milanesi che si aggirano per le strade, i classici tipi strambi e pazzi vari proprio come un piccolo paese…forse perché è
sempre stato un quartiere che racchiudeva mille sfaccettature già dagli anni 70: c’era la banda Bellini, la banda del Cassonetto, il centro sociale Leoncavallo, i brigatisti neri nascosti e i brigatisti rossi nascosti nelle case davanti, la rimessa dell’ATM e gli operai, stranieri di tutti i
colori, sciuri e popolani; insomma l’adeguamento è sempre stato continuo dagli anni 50 in poi! A me come quartiere piace molto e mi ricorda come era il mio tanti anni fa (sono nato a Porta Vittoria come le 5 generazioni precedenti della mia famiglia) e qua ritrovo molti personaggi della mia infanzia, compreso il vecchietto milanese con la battuta sempre pronta e lo sguardo disincantato sul mondo che solo i milanesi doc hanno. Roby ci è nato ci vive…sicuramente lo conosce più profondamente.

Roby: Quando parliamo del Casoretto parliamo di un quartiere che ha fatto la storia di Milano: il nucleo centrale e’ la storica abbazia romanica di matttoni rossi Santa Maria Bianca della Misericorda , con annesso oratorio dove ho passato praticamente tutta la mia infanzia .
Tutta la mia famiglia a partire dai bisnonni ha abitato e vissuto davanti a questa chiesa. Conservo ancora ancora vecchie foto dei miei parenti che avevano proprio davanti alla Chiesa una prima rimessa di taxi a cavallo convertita successivamente al motore. Della via ho anche foto che ritraggono famiglie con omoni dai lunghi baffi seduti a cavalcioni su una sedia, donne che ricamano sul ciglio della strada e bambini che giocano nella strada polverosa.

Per me che ci vivo da sempre el Casurett rimane un quartiere magico ricco di storie e di ricordi, alcuni purtroppo non piacevoli, come l assassinio dei miei amici Fausto e Jaio in via Mancinelli nel 1978 o il ritrovamento del covo delle brigate rosse in Via monte nevoso. Negli anni settanta e primi anni ottanta poi il fermento politico che girava intorno al Centro Sociale Leoncavallo lo rendevano, diciamo, un quartiere particolarmente frizzante!

Figurati che un giorno si è presentato in studio uno strano personaggio del Leoncavallo vestito da pirata, ma proprio un pirata con tanto di bandana, orecchini e, non ci potevo credere ma lo giuro, una classica gamba di legno che gli spuntava dal pantalone!! SCHIFANDRO: questo era il soprannome con cui i suoi amici lo chiamavano ; suonava il sassofono e voleva registrare! Ogni tanto quando si cimentava in alcuni passaggi e soprattutto su alcune note, il suo strumento emanava dei barriti fastidiosissimi che trapanavano i timpani.

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In un momento di confidenza mi confessò che il sax suonava così perchè gli era volato giù dal primo piano e da allora le chiavi si erano tutte stortate. Lo rividi una volta mentre ero affacciato alla finestra dei miei genitori; chiamai allora a gran voce mio padre al quale avevo raccontato questa storia: “Papà corri vieni a vedere Schifandro!” Il ragazzo camminava lestamente e purtoppo zoppicante col suo sassofono nella custodia.

Vi giuro che mio padre al quale non spuntavi una lira manco a pregarlo, mi disse assolutamente di rintracciarlo che avrebbe avuto il desiderio di ricomprargli il sassofono. Purtroppo non lo rividi piu , ma sono contento oggi di ricordare con simpatia questa storia un
po’ triste e paradossale tipica del quartiere! Quello che dici e’ vero , il Casoretto e’ rimasto un quartiere milanese classico, una piccola oasi
dove rimane forte l’idea di fare parte di una comunità quasi paesana; un quartiere che ha mantenuto la sua identità con la giusta e amichevole integrazione di attivita di altre culture.

Tu mi chiedi perche questo è avvenuto qui e non è successo magari a poche centinaia di metri di distanza….Secondo me e’ una questione legata a due fattori : il primo e’ che nel Casoretto abitano famiglie che risiedono qui da decine e decine d ‘anni , nonni, genitori e figli
legati a doppio filo a questo quartiere. Il secondo è che si tratta di un quartiere economicamente meno popolare ad esempio della la zona via Padova/trotter e quindi il cambiamento socio culturale di quest’area urbana e’ piu difficile da realizzarsi. Una visione piu poetica, potrebbe essere che il Casoretto non cambierà mai perchè vive di vita sua indipendente dal tempo e dalle persone che lo popolano.

Lo studio, che è proprio al centro di via Casoretto , si e’ silenziosamente integrato con magia del posto , insomma fedele alla sua natura piu profonda.

Milano cambia velocemente al contrario di altre città e molti edifici di punto in bianco non ci sono più e vengono sostituiti da altri e cosi certe attività spesso non riescono ad adeguarsi invece sembra che la attività dello studio dalla sua apertura ad oggi si sia adattata bene ai cambiamenti. Chi sono i clienti che avete avuto in questi anni e quelli che in un certo hanno scandito i vari cambiamenti?

Ette: Il mondo della musica è sempre stato in eterna evoluzione e per gli artisti spesso i tempi di magra sono decisamente più lunghi e frequenti dei tempi buoni, quindi diciamo che per noi è naturale reinventarci da zero ogni tre anni circa, rilanciando sempre e spremendoci per farci venire nuove idee…siamo quasi avvantaggiati per natura! Negli anni 80 Roby mi racconta che c’era un giro pazzesco perché comunque c’erano molti più soldi che circolavano e allo studio ci arrivava sovente solo chi aveva una marcia in più: guarda lui, è arrivato fina a Sanremo con un duo di elettro pop/italo dance. I clienti allora erano le prime etichette indipendenti o i produttori alternativi della dance, del pop e della new wave con tutti i generi affini dal punk al rockabilly. Roby si è registrato i Rappresaglia ma anche Nino D’angelo! Gli anni 90 hanno visto l’arrivo della musica da discoteca tamarra fatta dai primi DJ (l’inizio della decadenza per me) ma anche del ritorno del punk, dello ska e del metal. Roby si alternava tra il Tipitero , gli Shandon e i Time machine! Quando sono entrato io a lavorare si era nel pieno della seconda ondata punk, del grunge e del brit pop e su quello mi sono fatto le ossa tra una marchetta e l’altra di neomelodici e vecchie glorie del beat come i Camaleonti. Con gli anni 2000 si è visto un po’ un mischiarsi del tutto con anche un ritorno dei cantautori, anche se con un impoverimento generale sia monetario che qualitativo, salvo le solite eccezioni.

L’arrivo della tecnologia digitale per la registrazione e la vendita della musica ha sicuramente contribuito ad un appiattimento generale della proposta oltre che ad un notevole abbassamento delle entrate sia per i musicisti che per gli studi. Ci si salva solo con la professionalità e lo specializzarsi in cose che nessuno può offrire., oltre che con il rapporto umano diretto con gli artisti. Se devo citare dei nomi ce ne sono veramente tanti…mi capitava di registrare il best of dei Camaleonti o dei Nuovi angeli e la settimana dopo Finardi, o Fiordaliso, per poi passare ai Club27, Svetlanas, STP per finire a Tiziana Ghiglioni che incide un tributo ad Ornette Coleman con Tononi! Come produttore ho sempre preferito lavorare con le band underground, se possibile anche straniere; uno dei più bei lavori che ho fatto è stato coi gli americani Primadonna, e per restare da quel lato dell’oceano il disco di Nero Kane con Joe Cardamone degli Icarus Line (un personaggio totale…), che mi ha fatto sentire per la prima volta la Trap, quando qua manco se ne sentiva parlare, dicendomi che sarebbe stata il nuovo punk. Ho anche registrato Marly Ramone per un singolo, da estimatore dei Ramones un traguardo! Quest’anno ho fatto il disco di Tonino Carotone e in quest’occasione ho registrato un suo duetto con Gino Paoli: produzione stupenda sotto molti punti di vista. Mi diverto anche molto quando in studio vengono i matti della LongSong records portando artisti stranieri incredibili e sempre per registrazioni dal vivo in studio, le mie preferite! Comunque qua è passato il mondo….da Billy Preston a Gaber!

Roby: Noi come studio fortunatamente ci siamo sempre adattati bene ai cambiamenti e anche alle correnti musicali che hanno contraddistinto questi anni . È una questione di professionalità poter essere performanti su ogni genere e su ogni esigenza dell’artista o dei musicisti. Abbiamo lavorato con importanti Jazzisti, personaggi del calibro di Giorgio Gaber, Band internazionali come ad esempio i Primadonna, Abbiamo lavorato con Marky Ramone, Tullio de Piscopo , Eugenio Finardi , Il Maestro Tempera si appoggia a noi per le sue produzioni e poi abbiamo registrato centinaia di album sempre mettendo al centro oltre la nostra professionalita anche il rapporto umano .

Tra i cambiamenti che hanno colpito la nostra città c’é stato il lockdown prolungato dovuto al rischio pandemia per il covid19. Conoscendovi , immagino che da buoni milanesi non siate rimasti con le mani in mani ed abbiate approfittato della cattività per valutare nuove possibilità. Quali? Come vedete l’immediato futuro.

Ette: Ovviamente ci siamo sibilo ingegnati, visto che il settore culturale è stato, come prevedibile, completamente dimenticato a parte 4 spicci…dopo i primi tempi in cui ci siamo anche noi fermati abbiamo cominciato ad elaborare idee per trovare alternative che ci permettessero di non mollare. Una serie di servizi online sono assolutamente accessibili a tutti normalmente, ma durante il lockdown li abbiamo intensificati e ne abbiamo aggiunti altri, come il reamping delle stanze o il passaggio su nastro per “scaldare” registrazioni casalinghe di artisti lontani. Io personalmente visto che avevo tempo mi sono dedicato ala manutenzione di alcuni macchinari dello studio che ora sono come nuovi, ma soprattutto mi sono ulteriormente fatto la mano sull’incisione diretta dei vinili: da giugno saremo il primo studio al nord ad avere un servizio di incisione vinile su copia singola in casa (ci occupiamo anche delle copertine) e di registrazione live direct to vinyl. Pensiamo che molti artisti ed etichette medio piccole possano essere interessate. Di natura sono ottimista e penso che dopo la tempesta del Covid arriverà un periodo di rinnovata voglia di fare tra gli artisti e maggiore richiesta di cose belle anche dal
pubblico…tirem innas insomma!

Roby: Sottoscrivo! Il covid ci fa un baffo! Siamo abituati ad uscire da situazioni improbabili da sempre e non ci facciamo spaventare facilmente. Abbiamo ovviamente dovuto sanificare gli ambienti ed adottare delle misure di sicurezza nuove, ma stiamo già facendo cose nuove… avendo la macchina che fa i vinili eravamo già dotati di termometro superficiale: prima lo usavamo solo per controllare la temperatura del PVC prima di inciderlo, adesso te lo puntiamo anche in fronte quando entri!

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