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Spazio Oberdan Milano: rassegna "All that Jazz" fino al 21 dicembre

Un appuntamento che coniuga musica e cinema: è la rassegna “All that Jazz”, organizzata dalla Fondazione Cineteca Italiana allo Spazio Oberdan.

La Fondazione Cineteca Italiana organizza la rassegna “All that Jazz”: quattordici i titoli in programma allo Spazio Oberdan della Provincia di Milano, fino al 21 dicembre, tra film biografici, documentari e opere fortemente segnate dalla colonna sonora dei giganti del jazz.

Il connubio tra il jazz e il cinema è ormai consolidato: queste due forme d’arte hanno in comune le origini (sono nate negli stessi anni) e hanno segnato un secolo con la loro forza. Da un lato, il cinema, ricco di intersezioni con il jazz lungo tutto l’arco della sua storia. Dall’altro, il jazz, che ha rivestito un ruolo importante anche nell’ambito del cinema indipendente e di ricerca.

Questi i titoli in programma:

10 Dicembre
15:00
Accordi e disaccordi
Regia: Woody allen

21:00
Bird
Regia: Clint Eastwood

11 Dicembre
15:00
Bix – Un’ipotesi leggendaria
Regia: Pupi Avati

19:00
Ombre – Shadows
Regia.: John Cassavetes

14 Dicembre
16:30
L’uomo dal braccio d’oro
Regia: Otto Preminger

18:45
Ascensore per il patibolo
Regia: Louis Malle

15 Dicembre
16:00
Bird
Regia: Clint Eastwood

16 Dicembre
19:00
Miles gloriosus – Tributo a Miles Davis
Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco

17 Dicembre
15:00
Accordi e disaccordi
Regia: Woody allen

17:00
Anatomia di un omicidio
Regia: Otto Preminger

18 Dicembre
21:00
Steve plays Duke
Regia.: Daniele Ciprì, Franco Maresco

21:00
Noi e il duca – Quando Duke Ellington suonò a Palermo
Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco

21 Dicembre
17:00
Bix – Un’ipotesi leggendaria
Regia: Pupi Avati

19:00
Ombre – Shadows
Regia.: John Cassavetes

Accordi e disaccordi
R. e sc.: Woody Allen. Int.: Sean Penn, Samantha Morton, Uma Thurman, Brina Markinson, Anthony La Paglia. USA, 1999, col., 95′.
Le avventure di un selvaggio, eccentrico genio della chitarra jazz della fine degli anni ’30, Emmet Ray, infantile ed egocentrico, sempre pronto a sbagliare, a lasciare la donna giusta per sposare quella sbagliata, a sprecare la sua arte, deciso a bruciare la sua vita. Emmet Ray è una figura immaginaria, mentre nel film viene più volte citato Django Reinhardt di cui si sente anche un’incisione famosa.

Anatomia di un omicidio
R.: Otto Preminger. Sc.: Wendell Mayes. Musica: Duke Ellington, Cat Anderson. Int.: James Stewart, Lee Remick, Ben Gazzara, Arthur O’Connell, George G. Scott. USA, 1959, b/n, 160′.
L’avvocato Paul Biegler viene invitato ad assumere la difesa del tenente Manion accusato dell’omicidio di un uomo che aveva oltraggiato sua moglie Laura. Dopo qualche esitazione, Biegler accetta l’incarico.
Si tratta di un processo difficile: l’imputato è reo confesso, non vi sono testimoni a discarico, l’accusa è stata affidata a un grande avvocato della capitale. Inoltre la vittima era un uomo che contava molte amicizie. Biegler studia il caso in tutti i suoi particolari e decide di puntare sull’ipotesi che l’uccisore abbia obbedito a un impulso irresistibile.

Ascensore per il patibolo
R.: Louis Malle. Sc.: L. Malle, Roger Nimier, dal romanzo di Noêl Calef. Musica: Miles Davis. Int.: Maurice Ronet, Jeanne Moreau, Lino Ventura, Georges Poujouly. Francia, 1957, b/n, 90′.
Julien e Florence sono una coppia di amanti clandestini che decidono di liberarsi del marito di lei. Julien compie il delitto, ma a causa di una banale dimenticanza le cose cominciano ad andare storte. Dopo una serie di intricati sviluppi, la verità verrà a galla e i due pagheranno per il loro crimine.

Bird
R.: Clint Eastwood. Sc.: Joel Oliansky. Int.: Forest Whitaker, Diane Venora, Michael Zelniker, Samuel E. Wright, Keith David, Anna Levine. USA, 1988, b/n, 163′, v.o. sott. it.
Charlie Parker, nato a Kansas, un sobborgo di Kansas City, nel 1920, quando era ragazzo, non potendo entrare al Reno Club ad ascoltare il gruppo di Count Basie, si soffermava all’entrata posteriore del locale: per questo si era guadagnato il soprannome di “Yardbird”. Trasferitosi a New York, l’epiteto fu abbreviato in Bird, e si dimostrò profetico: con un sassofono questo giovane jazzista sembrava capace di volare. La musica diviene la prima delle droghe di Parker: il suo idolo era Lester Young, il brillante sax tenore di Count Basie. Dopo essersi sposato con Chan, la vita familiare di Charlie viene funestata dalla morte di sua figlia e da un suo tentativo di suicidio. Frattanto, con Thelonius Monk, Bud Powell, Kenny Clarke e Dizzy Gillespie, foggia un nuovo jazz spigoloso e pieno di armonie anticonvenzionali. Man mano che questo jazz d’avanguardia si diffonde con le sue incandescenti improvvisazioni, Charlie diviene sempre più popolare, musicalmente impeccabile ed autodistruttivo. Ma gli eccessi di una vita sregolata, lo smodato uso di alcool, eroina e cibo, le notti insonni e le continue avventure sessuali minano la resistenza fisica di Charlie, che a 34 anni muore.

Bix – Un’ipotesi leggendaria
R.: Pupi Avati. Sc.: P. Avati, Antonio Avati, Lino Patruno. Mus.: Bob Wilber. Int.: Bryant Weeks, Ray Edelstein, Julia Ewing, Emile Levisetti. Italia, 1991, col., 111′.
Leon “Bix” Beiderbecke è considerato uno dei più grandi musicisti jazz bianchi di ogni epoca scomparso a soli 28 anni nel 1931. Il film ne ricostruisce la vita breve e infelice, caratterizzata da momenti di esaltante   successo ma sempre funestata dalla dipendenza di Bix dall’alcol, che lo avrebbe ridotto a non poter più suonare.

Miles Gloriosus – Tributo a Miles Davis
R. e mont.: Daniele Ciprì, Franco Maresco. Italia, 2001, 61′.
L’omaggio di Ciprì e Maresco a uno dei giganti del Jazz, il trombettista Miles Davis, scomparso nel 1991 a Santa Monica in California, a soli 65 anni. Miles Davis è stato uno dei musicisti non solo più importanti, ma anche più rivoluzionari di questo secolo. Autore capace come pochi altri di percorrere la musica contemporanea del secondo Novecento nel segno della metamorfosi superando d’un fiato le barriere tra musica colta e popolare, tra avanguardia e tradizione.

Ombre – Shadows
R. e sc.: John Cassavetes. Mus.: Charles Mingus. Int.: Lelia Goldoni, Hugh Hurd, Ben Carruthers, Anthony Ray. Usa, 1959, b/n, 81′.
Due fratelli e una sorella, neri ma con la pelle chiara, tanto da poter essere scambiati per bianchi. I tre non vanno d’accordo e per la donna la situazione si fa ancora peggiore quando si vedrà abbandonata dal fidanzato per pregiudizi razziali.

Steve Plays Duke
R. e mont.: Daniele Ciprì, Franco Maresco. Italia, 1999, 45′.
Steve Lacy, virtuoso solista del sax soprano, interpreta da solo alcuni dei brani da lui preferiti del repertorio di Ellington, fornendo tra un pezzo e l’altro un’appassionata testimonianza indiretta di quanto sia stato influente il “Duca” sul jazz dei suoi tempi e su quello futuro. Partendo da una nota autobiografica-affettiva sull’acquisto istintivo del primo disco di jazz, le parole e le note di Lacy si susseguono, montate più in accordo con l’emozione e il ritmo del ricordo che non con una vera intenzione storiografica. Ne risulta quindi un’attestazione d’amore, un’affettuosa cornice per le note di Ellington (rivisto anche grazie a un raro filmato di un suo concerto palermitano nel ’70), lasciate sospese, a rispettosa distanza, nell’eterea interpretazione di Lacy, solo davanti a quinte di pietra, ripreso in un costante movimento circolare mai completo intorno alla sua figura.

Noi e il duca – Quando Duke Ellington suonò a Palermo
R. e mont.: Daniele Ciprì, Franco Maresco. Italia, 1999, col., e b/n, 75′.
A metà strada tra il documentario d’autore e il lungometraggio “di rigore” tipico degli autori di Lo zio di Brooklyn sul concerto palermitano di Duke Ellington (luglio 1970). Immagini della performance live, false interviste ai personaggi di Cinico Tv, materiali rari su Ellington, conversazioni con Steve Lacy, Bill Russo, Bob Wilber, Hank Jones, Gunther Schuller. Un work in progress realizzato nell’arco di un decennio con grande sapienza e passione.

L’uomo dal braccio d’oro
R.: Otto Preminger. Sc.: Walter Newman, Lewis Meltzer, Ben Hetch, dal romanzo omonimo di Nelson Algren. Musica: Shorty Rogers, Shelly Manne Int.: Frank Sinatra, Eleanor Parker, Kim Novak, Arnold Stang, John Conte, Robert Strauss. USA, 1955, col., 119′, v.o. sott. it.
Frankie, giocatore di carte professionista torna nella sua città dopo un periodo di detenzione. In prigione, oltre ad aver imparato a suonare la batteria, si è anche disintossicato dall’eroina. Deciso a cominciare una nuova vita, ricade invece nei vecchi vizi a causa della situazione che lo circonda: una moglie molto possessiva che, pur di non perderlo, lo ricatta psicologicamente fingendosi costretta su una sedia a rotelle; il gestore della bisca clandestina che lo rivuole al lavoro per la sua abilità; e, non ultimo, il suo vecchio spacciatore che lo induce in tutti i modi a ricominciare. Unico “raggio di sole” è la giovane Molly, che nonostante tutto resterà al suo fianco.

Per info: Cineteca Milano.

(fonte immagine)

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